E’ stato programmato il rilascio di migliaia di femmine di vespa samurai, ovvero 100 femmine per ogni sito, che saranno immesse nell’ambiente naturale per tre volte a distanza di 20 giorni l’una dall’altra. Sono alcune decine i siti interessati, distribuiti su tutto il territorio provinciale e collocati in prossimità delle principali aree frutticole in cui è stata riscontrata una elevata densità di popolazione della cimice.
L’attività di rilascio durerà un paio di mesi e si inserisce nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento. Il progetto conta sull’importante collaborazione del CREA, coordinatore del programma di lotta biologica a livello nazionale, che ha fornito a FEM il primo nucleo del parassitoide Trissolcus japonicus specializzato nel parassitizzare le uova di cimice perché venisse allevato e moltiplicato nelle strutture di quarantena della FEM.
Gli ambienti identificati sono aree caratterizzate dalla presenza di colture agrarie (frutteti), margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie antagonista di insediarsi nel territorio. I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Piana Rotaliana, Val di Non, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi.
“I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica quindi nei mesi di giugno-luglio in modo da massimizzare il successo dell’operazione” spiegano i ricercatori e tecnici della FEM, i quali assicurano che la vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all'interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l'uomo e per gli altri organismi. Per allevare la vespina è stato necessario raccogliere migliaia di esemplari di cimice asiatica e grazie alla collaborazione della cittadinanza il piano di raccolta ha portato a circa 20 mila esemplari .
Monitoraggi sul territorio provinciale
Dalle prime segnalazioni nel 2017 in singoli frutteti, nel 2018 e ancor più nel 2019 la cimice si è diffusa nel territorio provinciale interessando dapprima l’asta dell’Adige, il fondovalle della Val del Sarca e la zona di Denno in bassa val di Non e progressivamente anche la Valsugana e la Val di Non fino a 5-600 m di quota, causando ingenti danni prevalentemente su melo, olivo e actinidia.
Nel 2019 l’insetto è stato trovato anche su ciliegio. Per il suo contenimento è indispensabile innanzitutto attuare un monitoraggio capillare della presenza e diffusione: oltre 20 tecnici FEM sono impegnati fin dal 2017 nel continuo controllo sia nei frutteti che negli ambienti limitrofi di primo sviluppo, quali boschi e siepi. Oltre ai 25 punti ufficiali di monitoraggio collocati in posti sensibili e visitati periodicamente per conoscere l’andamento stagionale, tramite controllo di trappole, osservazioni visive e battiture. La valutazione del danno nel 2019 è stata effettuata su 600 frutteti campione nel periodo estivo e di preraccolta.
La difesa delle colture dall’insetto è resa difficoltosa per la sua elevata mobilità, per la scarsa efficacia dei prodotti fitosanitari disponibili e per le continue re-infestazioni provenienti dagli ambienti circostanti al frutteto dove sono presenti numerose piante ospiti selvatiche. Per questo è fondamentale il costante rapporto dei tecnici con agricoltori e i loro rappresentanti, attraverso numerosi incontri tecnici, avvisi e comunicati specifici e diversificati per ogni zona.
Il settore agricolo è compatto nel gestire questa emergenza, oltre al tavolo gestito da APOT già dal 2018 per la condivisione di strategie e modalità operative sul territorio di tutte le cooperative trentine sulla base dei dati e delle esperienze raccolte da FEM, nel 2020 FEM in collaborazione con la PAT, ha impostato la difesa dalla cimice con un respiro più ampio, attraverso la gestione del verde del comparto extragricolo, coinvolgendo, sotto il coordinamento dell’Assessorato all’agricoltura che ha elaborato il Piano cimice, A22, Servizio strade e Servizio bacini montani PAT, Trentino Trasporti, RFI, Consorzio dei Comuni trentini e Consorzio trentino di bonifica per coordinare la gestione del verde delle ripe, canali, rampe, ferrovie per evitare quanto più possibile la migrazione dell’insetto da questi ambienti nei frutteti.
Online un sito tutto dedicato alla lotta contro la cimice asiatica
Per fornire ai cittadini informazioni precise e aggiornate sugli sviluppi della lotta biologica in provincia di Trento nei confronti della cimice asiatica e di altre specie aliene invasive tramite rilasci della vespina samurai ed altri antagonisti esotici è stato creato un sito web dedicato (https://lottabiologica.fmach.it) dove viene illustrata l’iniziativa di citizen science BugMap per il monitoraggio degli insetti alieni nella provincia di Trento e una specifica area sul sito FEM intitolata “Cittadini per la scienza” incluso un volantino illustrativo.
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Fotoservizio e filmato a cura dell’Ufficio Stampa FEM
Interviste
assessore Giulia Zanotelli
Livia Zapponi ricercatrice FEM
Pio Federico Roversi, direttore Difesa e Certificazione CREA
https://www.fmach.it/Comunicazione/Lotta-biologica-alle-specie-aliene