La pubblicazione si rivolge agli operatori impegnati sul territorio nel controllo di queste specie e nella prevenzione delle malattie da esse trasmesse e contiene indicazioni su come riconoscere le zanzare, sulle pratiche da adottare per limitarne la presenza e la diffusione, sulle principali azioni di controllo da mettere in atto e strumenti innovativi per affrontare le problematiche correlate, dalla semplice puntura all'eventuale trasmissione di agenti patogeni.
L'incontro ha visto intervenire in apertura la dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli ed i ricercatori del progetto Lexem che hanno illustrato le tematiche contenute nella pubblicazione. Gioia Capelli, Direttore del Centro di referenza nazionale per la ricerca scientifica per le malattie infettive nell’interfaccia uomo/animale dell’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (PD), ha parlato delle più recenti conoscenze sulla biologia, ecologia e comportamento delle zanzare aliene in relazione alla realtà territoriale, urbanistica e climatica. “Le zanzare del genere Aedes -ha spiegato- hanno caratteristiche biologiche che le rendono particolarmente idonee ad invadere nuovi territori, come è successo per la zanzara tigre e la zanzara coreana nel territorio del nord-est Italia”.
Frederic Baldacchino, ricercatore del Centro Ricerca e Innovazione FEM, ha mostrato i risultati ottenuti in un comune della Piana Rotaliana col metodo del “porta a porta” dove, per rendere maggiormente efficace la lotta contro le zanzare, è stato sperimentato questo approccio che consiste nel passare “casa per casa” e fornire ai cittadini consigli, indicazioni e materiali per effettuare un trattamento privato contro le zanzare. “Dai dati ottenuti -ha evidenziato il ricercatore francese- risulta che l’attività di “porta a porta” combinata al trattamento dei focolai sul suolo pubblico (es. caditoie) è stato notevolmente più efficace rispetto al trattamento eseguito esclusivamente nei focolai pubblici”.
E' seguito poi l'intervento di Giorgio Guzzetta della Fondazione Bruno Kessler di Trento sui risultati ottenuti grazie allo sviluppo di modelli matematici: “Durante il progetto LExEM sono stati raccolti dati preziosi sulla quantità di zanzare presenti in vari siti della provincia di Trento e Belluno nel corso dell'anno; tali hanno permesso di stimare il rischio effettivo di epidemie attraverso l'uso di modelli matematici”. Infine Piero Poletti dell’Università Bocconi di Milano ha combinato modelli matematici e valutazioni economiche per stimare la costo-efficacia di interventi volti al controllo della zanzara tigre in Italia.
Lexem: risultati e dati
Il Progetto LExEM (Laboratorio di Eccellenza per l’Epidemiologia e la Modellistica), appena concluso, è un progetto triennale finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento sul fondo per i Grandi Progetti di Ricerca. Il progetto è stato coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e gli altri istituti coinvolti sono stati la Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Trento, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (PD) e l’Università Bocconi di Milano.
Il Progetto LExEM ha permesso la creazione di un laboratorio virtuale di eccellenza, un hub di produzione di innovazione e nuova conoscenza con rapido trasferimento della stessa, su tematiche di forte rilevanza per il territorio e per la società con particolare riferimento ai comparti dell’agricoltura e della salute. Lo scopo era definire le migliori strategie di mitigazione e controllo di artropodi alieni di interesse agronomico e medico-veterinario di recente introduzione in Italia. Le zanzare sono state considerate specie target per il progetto e in particolare la zanzara tigre (Aedes albopictus), vettore di malattie infettive emergenti come il virus Zika, e la zanzara coreana (Aedes koreicus), specie di recente introduzione in Europa.
Grazie al progetto LExEM sono state ottenute nuove conoscenze sulla loro biologia, ecologia e comportamento in relazione alla realtà territoriale, urbanistica e climatica trentina. Durante i tre anni del progetto è stata implementata sul territorio provinciale un’importante attività sperimentale di monitoraggio e controllo di queste specie.
Durante le tre stagioni di campionamento (2014-16), sono state posizionate 450 trappole per le uova e 130 trappole per catturare gli individui adulti di zanzara. Nelle 80 sessioni di campionamento sono state raccolte ed identificate 200.647 uova e 21.595 individui adulti di zanzara tigre. E’ stato implementato anche un importante piano di sensibilizzazione e informazione della popolazione tramite l’organizzazione di serate informative e la distribuzione gratuita di volantini (1500) e pastiglie larvicida (più di 2000). In aggiunta sono state effettuate 180 visite “porta a porta” da parte di ricercatori e operatori esperti dove sono stati forniti ai cittadini consigli su come contrastare il proliferare delle zanzare nelle proprietà private mostrando i possibili focolai larvali e spiegando quali azioni intraprendere.
Un importante risultato del progetto è stato lo sviluppo di modelli matematici e mappe predittive che hanno permesso di descrivere la dinamica spazio-temporale delle zanzare, valutare l’efficacia di misure di controllo contro queste specie e di stimare il rischio di diffusione di malattie trasmesse. I modelli matematici sulla base dei dati raccolti predicono un rischio moderato di diffusione locale del virus Chikungunya, un rischio più basso per il virus responsabile della febbre Dengue mentre per il virus Zika il rischio di diffusione sul territorio provinciale è risultato praticamente nullo.
I risultati principali ottenuti all’interno del progetto LExEM del progetto, relativi alle buone pratiche da mettere in atto per la mitigazione e il controllo delle zanzare, sono stati riassunti nella pubblicazione “Zanzare invasive in Trentino: principali azioni di controllo”
Fotoservizo FEM e Filmato a cura dell'ufficio stampa PAT
Interviste:
- Annapaola Rizzoli , dirigente Centro Ricerca e Innovazione FEM
- Frederic Baldacchino, Ricercatore Centro Ricerca e Innovazione FEM