Mart Outdoor
Fin dalla sua apertura, nel dicembre 2002, il Mart ha proposto l’arte negli spazi non convenzionali e all’aperto. In un ideale connubio con l’iconica architettura le opere hanno abitato via via la piazza, il Giardino delle Sculture, le terrazze, i mezzanini, i foyer. Dalle amatissime sculture di Mimmo Paladino all’installazione luminosa di Gonzalo Díaz che a lungo hanno contraddistinto lo spazio circolare sottostante la cupola; si passa al monumentale Spazio di luce di Giuseppe Penone che da alcuni anni è ancorato alle pareti del cavedio del Mart o all’installazione site-specific di Douglas Gordon che con le sue frasi ha letteralmente trasformato il matroneo interno del museo.
Nell’ultimo anno il presidente Vittorio Sgarbi ha fatto installare nuove opere sulle terrazze, nel Giardino e persino nel garage. E in piazza? Dopo le sculture luminose di Marco Lodola e le sculture di ferro battuto di Ivan e Luciano Zanoni, è la volta di Alessandro Neretti, conosciuto con lo pseudonimo Nero.
Golfo mistico
Formatosi nell’ambito della ceramica faentina, l’artista Nero/Alessandro Neretti (1980) ha introdotto nella propria poetica media molto differenti fra loro, in un serrato dialogo fra scultura, immagine, disegno e architettura.
Nei teatri di tradizione il golfo mistico è lo spazio riservato all’orchestra (la cosiddetta buca) situato tra il palco e la platea. Nell’opera di Nero per il Mart, il Golfo Mistico è un’installazione multisensoriale nella quale differenti media trovano un punto di sintesi in un ideale teatro all’aperto. Non esistono regole né ruoli prestabiliti e gli elementi sono collegati tra loro attraverso il suono e la luce. Alcune opere si fanno spettatrici e osservano la piazza e i passanti dalle finestre del matroneo esterno poste sulla facciata del museo.
Il progetto prevede tre livelli allestitivi e di lettura che si espandono dal centro della piazza al suddetto matroneo.
Sopra la fontana un’alta struttura metallica richiama un cantiere edile e concretizza il dialogo fra tecnologia e statuaria antica, tra citazioni e linguaggi contemporanei. Tocca a un iconico David di Donatello il compito di farsi testimone e portavoce di quella classicità che è al centro dell’attuale indagine del Mart. La scultura è pressoché identica all’originale, non fosse per l’intervento sovversivo/dissacratorio dell’artista, che ne intaglia gli occhi, aprendone il volume e la forma, rendendoli aperture aliene e disturbanti.
Ben visibile ed esso stesso parte dell’installazione, dopo il tramonto un proiettore illumina le 50 aperture che caratterizzano il matroneo esterno, spazio architettonico che percorre l’intera circonferenza della piazza ad oltre sei metri d’altezza, incredibilmente rilevante ai fini della definizione plastica dell’edificio. Le “finestre” ospitano altrettanti interventi site-specific, in un infinito repertorio iconografico a sua volta ironico ed impudente.
Infine, un elemento sonoro, simile alla sirena di una nave che entra in porto, fa da legante/disturbatore, segnalando la natura animata dell’installazione.
Ringraziamenti e sponsor
Per la realizzazione del progetto Nero/Alessandro Neretti si è avvalso di numerose collaborazioni tecniche, che hanno sostenuto fattivamente Golfo Mistico: BIKE Communication, RM Multimedia, Ceramica Cecchetto, NIDA, Challenger Sails.
Dida immagini
Nero/Alesssandro Neretti, Golfo mistico, 2021. Courtesy dell’artista