
Si ritiene, infatti, che il Cda della Fondazione non debba essere luogo di rappresentanza in senso stretto, ma che in esso confluiscano figure che possano fornire un contributo importante per la valorizzazione delle produzioni locali, assicurando linee di ricerca e trasferimento tecnologico per dare risposte concrete al territorio. Ciò non significa escludere soggetti o rinnegare il grande lavoro svolto in questi anni dai vari membri che hanno fatto parte del Cda, ma rafforzare ulteriormente quest'ultimo mantenendo al centro delle strategie lo sviluppo dell’agricoltura ed assicurando un forte raccordo con il mondo agricolo trentino. Come richiesto dagli stessi interlocutori, si riconosce anche al mondo agricolo la responsabilità nell'individuazione di figure atte a perseguire questo obiettivo. Questa attribuzione di responsabilità implica che le organizzazioni professionali agricole - che rappresentano tutti i settori agricoli e le aziende del territorio (cooperazione e non) – siano chiamate ad interloquire fra loro e con l'intero mondo agricolo per arrivare all'individuazione delle figure che ritengono qualificate rispetto al ruolo. Un aspetto sollevato, trattato e discusso anche durante l'ultimo Tavolo Verde, svoltosi nelle scorse settimane, riguarda la rappresentanza dei vari portatori di interesse che non deve confondersi con il ruolo della Fondazione, così come va evidenziato che le porte della Fem sono state, sono e saranno sempre aperte a tutte le componenti del mondo agricolo per progetti e strategie di sviluppo dei vari comparti.