In particolare, i relatori del meeting hanno discusso delle tecniche di Next Generation Sequencing (NGS) impiegate per analizzare il DNA ambientale estratto dai campioni di acqua raccolti in laghi e fiumi. Nel complesso, le analisi condotte sugli oltre 500 campioni di acqua raccolti nel reticolo idrografico alpino hanno prodotto oltre 100 milioni di sequenze di DNA, gran parte delle quali sono state ottenute nei laboratori della FEM.
“L’analisi preliminare dei dati -spiega Nico Salmaso, responsabile dell’Unità idrobiologia del Centro Ricerca e Innovazione FEM e coordinatore del progetto - sta contribuendo a svelare a livelli di dettaglio mai raggiunti prima d’ora la distribuzione di organismi chiave rappresentati dalla microflora algale (microalghe bentoniche e fitoplancton) e dalla fauna ittica. Nello specifico, è stata tra l’altro chiarita la distribuzione di specie cianobatteriche tossigeniche che prima, sulla base dei campionamenti tradizionali, si riteneva fossero localizzate esclusivamente nell’areale a sud delle Alpi”.
Le conoscenze acquisite contribuiranno alla definizione dei criteri di monitoraggio della qualità delle acque di nuova generazione (Next Generation Monitoring). Inoltre, i contributi presentati durante le due giornate di workshop daranno impulso alla definizione di modalità di comunicazione e trasferimento delle conoscenze acquisite.
sc
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