di Fausta Slanzi
Sono quarantasette mila gli ettari di territorio trentino candidato a Riserva della Biosfera UNESCO. Si estendono dalla Alpi di Ledro alle Giudicarie esteriori: dai 63 metri di altitudine del Lago di Garda ai 3.173 della cima Tosa nel cuore delle Dolomiti di Brenta, già patrimonio dell’umanità.
Dall’8 al 12 giugno, a Parigi, si terrà la ventisettesima sessione di lavoro dell’International Coordinating Council (ICC) che deciderà se il territorio “Alpi Ledrensi e Judicaria dalle Dolomiti al Garda” verrà incluso nel programma dell’UNESCO MaB (Man and the Biosphere-Uomo e Biosfera). L’obiettivo del MaB è migliorare il rapporto tra uomo e ambiente, promuovendo lo sviluppo sostenibile e riducendo la perdita di diversità biologica e culturale. Riserva della Biosfera è una prestigiosa qualifica che l’UNESCO assegna a quei territori che nel passato hanno saputo gestire in modo equilibrato il rapporto tra uomo e ambiente e che si impegnano, per il futuro, a promuovere uno sviluppo sostenibile con il pieno coinvolgimento delle comunità che li abitano. Possiamo sintetizzare le funzioni della Riserva MaB in tre punti/azioni: conservare (paesaggi, ecosistemi, specie e diversità); promuovere lo sviluppo economico e sociale (ecologicamente sostenibile); educare e sostenere la ricerca e la formazione (sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile). Dunque le aree MaB sono territori dinamici che hanno con l’uomo uno strettissimo rapporto: è lui l’insostituibile protagonista. Lo sviluppo economico sostenibile dipende dalle azioni dell’uomo, così la gestione responsabile delle risorse naturali, la conservazione della biodiversità e di una crescita culturale e sociale partecipata e condivisa. L’area trentina candidata a Riserva della Biosfera UNESCO è abitata da 16.000 persone residenti in 11 Comuni: Bleggio Superiore, Bondone, Comano Terme, Dorsino, Fiavé, Ledro, Riva del Garda, San Lorenzo in Banale, Stenico, Storo e Tenno. In questo territorio l’uso del suolo è destinato a boschi e prati per l’89,6 per cento, per scopi agricoli l’8,6 per cento, con destinazione urbana 1,8 per cento. Un’area con più di 800 aziende agricole, zootecniche (bovini e ovicaprini) e apistiche, con sedici consorzi cooperativi, con usi civici secolari (ASUC) in tutti i Comuni e con 203 associazioni di volontariato. Un territorio che ha una vocazione turistica specifica, che può contare su 28.000 posti letto in strutture di medie e piccole dimensioni. Una carta d’identità, quella del territorio candidato a Riserva della Biosfera UNESCO, che vanta luoghi di interesse culturale fra i più belli del Trentino con castelli, 2 musei, 2 case del Parco, 3 dei Borghi più belli d’Italia, 2 siti archeologi già patrimonio dell’umanità, tante piccole e grandi chiese affrescate, 5 rifugi, 4 itinerari di visita a Riserve Naturali, senza contare i laghi, le cascate, le forre e i tanti chilometri di sentieri che si snodano in un territorio tutto da scoprire anche per gli stessi Trentini. Un’area vocata alla pratica di diverse discipline sportive, dall’escursionismo al mountainbike, dalla vela all’arrampicata, dal canyoning al windsurf. Una carta d’identità che si fregia di 1 Parco Naturale (Adamello Brenta), 11 Siti Natura 2000 (SIC/ZPS), 6 Riserve Naturali che si estendono sul 34 per cento dell’intera superficie. Un territorio che produce olio del Garda Trentino DOP, la Spressa delle Giudicarie DOP, ciuiga del Banale presidio Slow Food, la carne salada di Tenno, le patate del Lomaso, le noci del Bleggio, i marroni di Pranzo, la farina di mais di Storo, nonché vini e distillati. L’area candidata al programma MaB con la denominazione “Alpi Ledrensi e Judicaria: dalle Dolomiti al Garda” è l’habitat di oltre 1600 specie di flora, 33 delle quali sono endemiche cioè con una distribuzione estremamente limitata. Si contano 149 specie di fauna protette, fra cui l’orso bruno, il lupo e la lince. La candidatura di un territorio così ricco diventa una sfida a migliorarlo ancor di più in termini ambientali, culturali e sociali. A rafforzare la consapevolezza dei valori intrinsechi dell’area candidata. Ad individuare e potenziare politiche condivise di sviluppo locale sostenibile. A valorizzare la diversità biologica e culturale di una zona che è un ponte ecologico-culturale tra i territori prealpini e centro-alpini.
Diverse le tappe di questo sogno che ci porta a Parigi, non le elencheremo tutte, anche perché già note. Ci limitiamo a dire che gli attori sono stati tanti, istituzionali e non, sindaci e cacciatori, dirigenti provinciali e persone che amano il proprio territorio. A firmare sia il protocollo d’intesa del settembre 2013, sia il protocollo di gestione dell’area candidata nel marzo di quest’anno oltre agli undici Comuni citati, di cui uno capofila, Comano, c’erano anche i rappresentanti delle Comunità dell’Alto Garda e Ledro, Parco Naturale Adamello Brenta, Consorzio dei Comuni BIM del Sarca, Consorzio dei Comuni BIM del Chiese, APT Terme di Comano-Dolomiti di Brenta, APT Ingarda Trentino, Consorzio per il turismo della Valle di Ledro e la Provincia autonoma di Trento con l’assessore Mauro Gilmozzi competente in materia d’ambiente. Nel marzo scorso il Ministero italiano per l’ambiente ha inviato una lettera alla Provincia autonoma e al Comune capofila con valutazione positiva alla candidatura da parte dell’organo consultivo del Programma MaB International Advisory Committee for Biosphere Reservs (IACBR) e la raccomandazione di accogliere la proposta. Per questa grande area del Trentino, i vertici dell’ICC riuniti a Parigi nei primi giorni di giugno decreteranno, auspichiamo, nuove occasioni di sviluppo sostenibili. Aggiungendo, peraltro, oltre alla maggior responsabilità di gestione del territorio, l’opportunità di condivisione di esperienze a livello nazionale e internazionale attraverso la rete mondiale delle Riserve della Biosfera. Una connessione che, solo in Europa conta 166 realtà, in gran parte in Spagna, seguita da Bulgaria, Germania, Francia, Italia e Polonia
Commenti