Lunedì, 13 Settembre 2021

Mariano Fracalossi

© Mariano Fracalossi, Piazza Dante 24x16,5 [ Tutti i diritti riservati © Mariano Fracalossi]

Datano agli anni Cinquanta del secolo scorso alcune interpretazioni del monumento realizzate da Mariano Fracalossi (1923-2004) e segnalate dal figlio Adriano, che ne ha ricostruito la relazione con l’elaborazione delle scenografie della commedia dialettale di Marcello Voltolini Col Pero... me despero. Nella pièce, lo stesso Voltolini, nei panni di Dante, dialogava a lungo col protagonista, Pero, su argomenti di attualità. Il monumento veniva ricreato sul palco, come attestano fotografie degli anni Settanta, quando la commedia fu rappresentata in più repliche al Teatro San Marco di Trento.

Pittore, decoratore, disegnatore e incisore, Fracalossi, noto anche come "il professore", fu docente alle scuole medie, gallerista, instancabile promotore culturale, fondatore del Gruppo studio arti visuali e del Gruppo di artisti “La Cerchia”, oltre che membro attivo dell’Unione Cattolica Artisti Italiani e del Sindacato Artisti. Sostenuto dal padre Attilio, anch'egli pittore e decoratore, si diplomò all'Istituto Superiore d'Arte di Porta Romana a Firenze, dove conseguì anche il magistero. Al rientro a Trento, nel 1945, intraprese una lunga carriera come pedagogo e artista, portando avanti un originale percorso di ricerca stilistica, in cui una rigorosa ricerca formale si fondeva con una vena narrativa e ironica e con la sperimentazione di una varietà di tecniche pittoriche e grafiche. Sono suoi anche i mosaici realizzati a Segno sull'intera facciata dell'edificio che ospita il Museo di Padre Kino, all’interno del Palazzo della Provincia di piazza Dante a Trento o le Vie crucis di Vermiglio e di Montagnaga di Piné. Dal 1940 è stato protagonista di oltre sessanta mostre personali che si aggiungono alle numerosissime presenze in rassegne collettive in tutta Italia e all'estero.

Nel descrivere l’acquerello in cui il maestro trentino coglie la drammatica animazione delle anime del Purgatorio, nella fascia mediana del monumento a Dante, la studiosa Elisabetta Doniselli sottolinea che il bozzetto gioca su una ristretta gamma di grigi sulla carta avorio, con qualche significativa lumeggiatura. In tal modo acquistano volume e temperamento i singoli personaggi, in una varia serie di posture e di gesti.

(km)


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