Lunedì, 28 Giugno 2021

Flavio Faganello, La macchina fotografica, Primo maggio 1968

(Archivio fotografico storico PAT, CCBY-NC)

In quello storico Primo Maggio, Faganello non era il solo attrezzato a far memoria della manifestazione. Il passaggio della macchina fotografica, sorretta dallo studente che si aggrappa alla potente figura femminile nel rilievo degli invidiosi, disegna nuove geometrie di corpi e ombre portate assieme a un’imprevedibile relazione tra sotto e sopra, che ci riporta alle parole dell’autore sulle “piccole cose” risignificate dalla sua curiosità di fotografo. L’immagine, incidentalmente, restituisce anche la maestà delle proporzioni delle sculture di Cesare Zocchi; strappa un sorriso il contrasto tra l’aulico mantello della tradizione figurativa e il giovane manifestante con l’eskimo: un capo d’abbigliamento che proprio allora, per il prezzo contenuto e la riconoscibilità, assurgeva a segno distintivo della sinistra e delle rivolte studentesche, avviandosi all’affermazione come longeva icona della controcultura.
(KM)

(us)


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