La crisi della globalizzazione può colpire anche una multinazionale che ha fra i suoi clienti il marchio Ferrari, ma anche, Volvo, Iveco, Scania, e nel bike BMW, KTM, Piaggio, Ducati e così via. Per crisi della globalizzazione si intende non solo l’impatto della crisi finanziaria mondiale del 2008, ma oggi soprattutto la guerra dei dazi fra Usa e Europa, il ritorno dei protezionismi ed eventi come la Brexit, le sanzioni imposte a Russia o Iran. A ciò si somma nel campo dei trasporto il cambiamento negli orientamenti dei consumatori, in parte determinato dalla sensibilità per i temi ambientali, in parte dalle innovazioni tecnologiche (l’auto elettrica). Ciò spiega le decisioni che la multinazionale ha assunto a livello mondiale, fra cui il contenimento delle spese generali e la riduzione del costo del personale.
A Trento la situazione è migliore che altrove. Negli ultimi anni il fatturato è tornato a crescere toccando nel 2018 il picco dei 48 milioni di euro. Anche i livelli occupazionali sono stabili: solo alcuni rapporti di lavoro interinale non sono stati rinnovati, ma sono anche state stabilizzate 15 persone a gennaio. Ci sono però problematiche legate alla competitività, alla concorrenza internazionale, alla mancata realizzazione di un nuovo impianto polimerico.
Per i prossimi 4 anni, in ogni caso, l’azienda si attende livelli di vendita ed anche occupazionali sostanzialmente simili a quelli degli ultimi anni. Tuttavia, l’imperativo per il futuro è innovare e diversificare, guardando non solo ai motori ma alla meccatronica, all’elettronica e così via. “Noi possiamo sostenere dei progetti di ricerca – ha sottolineato l’assessore Spinelli – sia sviluppati dall’azienda in autonomia sia in partnership con eventualmente altre realtà interessate ad investire nell’automotive”. Il compito di facilitare la messa in contatto della Mahle di Trento con potenziali partner sarà affidato a Trentino Sviluppo, a cui fa capo il polo della meccatronica di Rovereto.
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