Paolo Vaccari, del Dipartimento nazionale della Protezione civile, ha evidenziato il ruolo del Meccanismo europeo di protezione civile e delle esercitazioni, come quella in corso a Marco, che hanno lo scopo di preparare le squadre europee ad intervenire di fronte alle emergenze internazionali. Ricerca e soccorso in ambito urbano e soccorso in montagna, ha spiegato, sono le componenti che si sono trovate a collaborare nella tragedia avvenuta a Rigopiano. L’obiettivo originale dell’intervento formativo era fare tesoro di quell’esperienza e realizzare al Tonale uno scenario addestrativo che ricordasse quanto accaduto.
L’esercitazione al Tonale, ha detto Vaccari, era originariamente prevista per il mese di marzo del 2020, ma a causa della pandemia si era deciso di non svolgerla in presenza. Anche quest’anno non è stato possibile realizzare quanto originariamente previsto e si è così pensato, ha spiegato ancora Vaccari, di trasformare l’esercitazione in attività svolta attraverso la realtà virtuale, utilizzando la tecnologia per poter esercitarsi da remoto. È stata quindi digitalizzata in modo preciso l’area del Tonale fino a Vermiglio. Si sono così create in ambiente virtuale le condizioni per far operare assieme più attori. Quella in corso a Marco, ha aggiunto, è un’iniziativa che guarda al futuro e rappresenta un primo test.
Le squadre impegnate a Marco hanno quindi lavorato assieme per circa 48 ore in uno scenario che, riprendendo l’ambiente che era stato allestito sul Tonale, ha proposto condizioni simili a quelle della tragedia di Rigopiano. I soccorritori, in modalità virtuale, sono stati impegnati in tutte le fasi: dalla realizzazione del campo base, all’organizzazione dei ruoli e delle attività operative. Al termine della prova addestrativa, ha concluso Vaccari, è stata avviata la fase di analisi su come si è svolta l’esercitazione.