Passaggio importante dunque quello superato oggi nel corso della tradizionale riunione della Giunta provinciale, riguardante il nuovo Statuto dell'università di Trento. Lo Statuto, adottato dall'Università lo scorso 7 marzo, dopo l'approvazione da parte del Senato accademico, era stato inviato alla Provincia che a sua volta lo aveva trasmesso al Ministero per il previsto parere. Recepite in seguito dall'Università alcune osservazioni del Ministero, lo Statuto è stato sottoposto alla Provincia per l'esercizio del potere di controllo di legittimità e di merito. Con l'atto di oggi, su proposta del presidente Lorenzo Dellai, anche questo passaggio può dirsi dunque superato.
"E' stato raggiunto un ragionevole compromesso fra le esigenze di tutti gli attori del sistema - spiega ancora Dellai - che delinea un meccanismo duale di governo dell'Università. Un passo avanti importante, frutto di una mediazione che consideriamo soddisfacente. Il nuovo Statuto contiene segnali forti rispetto al sistema italiano, forse un po' meno forti di quanto non ci aspettassimo, però comunque significativi. Dopo l'adozione della delibera odierna il prossimo atto sarà quello dell'adozione finale dello Statuto da parte dell'Università."
Il nuovo Statuto, conformemente al percorso fatto fino ad oggi a partire dall'Accordo di Milano, assicura all'Ateneo trentino più ampi spazi di autonomia rispetto alla legislazione statale, a sostegno di una progettualità che punta sulla crescita ulteriore della qualità tanto nella didattica quanto nella ricerca, con standard confrontabili con le migliori università europee ed estere. Nel contempo esso individua le caratteristiche salienti del ruolo istituzionale, assolutamente rilevante ed unico nel panorama istituzionale italiano, assunto dalla Provincia autonoma di Trento che si sostituisce agli organi statali sia nell'esercizio della potestà legislativa che amministrativa (in particolare del Ministero dell'Università e di quello dell'Economia) pur nel rigoroso rispetto dei principi fondamentali delle leggi statali e soprattutto dell'altrettanto speciale autonomia, anche ordinamentale, dell'Università, garantita in particolare dall'articolo 33 della Costituzione.
L'Università trentina dunque rafforzerà il proprio ruolo nel perseguire gli obiettivi strategici per la crescita complessiva della comunità. E' forte pertanto l'impegno assunto dall'amministrazione provinciale che assicurerà il finanziamento dell'università in luogo dello Stato, assicurando un quadro di riferimento delle risorse programmato su più anni, cosa che consentirà all'ateneo una programmazione a lungo termine essenziale per puntare a quell'eccellenza richiesta per vincere in competitività a livello internazionale. Basti pensare a questo proposito alla possibilità prevista di superare limiti oggi presenti nella normativa statale, ad esempio nel numero massimo di docenti stranieri che possono essere chiamati ad operare.
Sarà l'Università a disciplinare la valutazione dei risultati per i profili di propria diretta competenza, in primis della didattica e della ricerca che sarà operata secondo le previsioni dei regolamenti di Ateneo che essa stessa si darà in attuazione dello Statuto. (mp) -
Superato il controllo di legittimità e di merito
VIA LIBERA DALLA PROVINCIA AL NUOVO STATUTO DELL'UNIVERSITÀ
Via libera dalla Provincia allo Statuto dell'Università di Trento, superato il controllo di legittimità e di merito da essa esercitato, conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo dello scorso 18 luglio. "Lo Statuto - ha commentato il presidente Lorenzo Dellai - certifica una governance indubbiamente innovativa della nostra Università. L'Università avrà un'amministrazione di tipo duale, con un cda in cui non siedono membri del Senato accademico di Trento e una parte scientifica governata invece dal rettore e dal Senato accademico. Il cda è fatto di nove persone, tre della Provincia fra cui il presidente, tre membri di diritto che sono il Rettore, un rappresentate degli studenti e uno dei Ministero, e tre membri scelti dal Comitato dei garanti, all'interno di una rosa di sei nomi fatta dal Senato accademico. La nomina dei garanti sarà il primo atto che adotteremo una volta entrato in vigore lo Statuto."-