Giovedì, 21 Luglio 2016 - 15:49 Comunicato 1564

Laser verde e robot le nuove metodiche per trattare le malattie dell’apparato urinario. Attività andrologica all’ospedale di Arco a partire dal prossimo autunno
Urologia, tecniche innovative nella cura delle patologie

Presentata oggi, nella sede dell’APSS, l’attività dell’unità operativa multizonale di urologia. All’incontro erano presenti il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon, il direttore sanitario Claudio Dario e il direttore dell’unità operativa multizonale di urologia Gianni Malossini.
«Sono orgoglioso di presentare questo servizio – ha detto in apertura di conferenza stampa Paolo Bordon, direttore generale dell’Apss – che negli anni si è evoluto e che oggi dispone delle più moderne tecnologie, quali laser verde e robot, per la cura delle patologie dell’apparato urogenitale. L’Apss ha fatto rilevanti investimenti sia nella formazione dei professionisti sia nell’acquisto di apparecchiature sempre più sofisticate per essere al passo con l’evoluzione tecnologica e permettere trattamenti chirurgici sempre più attenti alla funzionalità dell’organo malato. Siamo di fronte ad un’attività d’eccellenza della sanità pubblica che vogliamo far conoscere alla cittadinanza perché, a volte, i pazienti non sanno che possono trovare in Trentino le stesse metodiche e qualità che vanno a cercare fuori provincia».

Bordon ha poi passato la parola a Gianni Malossini, direttore dell’unità operativa che ha illustrato l’attività della struttura. «La nostra – ha detto Malossini – è una funzione multizonale con sede istituzionale a Trento e sede operativa a Rovereto. Svolgiamo attività ambulatoriale anche nelle sedi di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles e Tione per un totale di più di 12 mila visite all’anno. I pazienti seguiti dall’unità operativa sono per il 75% uomini e per il 25% donne.

L'attività chirurgica dall'Unità operativa multizonale di urologia ha avuto negli ultimi anni un aumento crescente dei casi oncologici trattati e un aumento della specializzazione delle tecniche utilizzate, portandosi ai livelli di efficacia e sicurezza analoghi ad altri centri europei. L’unità operativa effettua interventi in endoscopia, prevalentemente alla vescica e alla prostata per tumori vescicali e ipertrofia prostatica; in questo abito si collocano le metodiche laser e la TURP (prostatectomia transuretrale). Vi è inoltre una consistente attività chirurgia urologica, prevalentemente oncologica per il trattamento di tumori prostatici, del rene e della vescica. La chirurgia urologica negli anni si è evoluta da terapia di necessità a terapia conservativa, passando dalle tecniche di chirurgia tradizionale (open) a quelle in laparoscopia fino ad arrivare alla più recente chirurgia robotica che consente di intervenire sulla parte malata in modo tale da ridurre al minimo la compromissione della funzionalità dell’organo. Con le tecniche di chirurgia robotica dal 2012 allo scorso giugno sono stati effettuati dall’équipe dell’urologia trentina 380 prostectomie radicali, 120 nefrectomie parziali, trattamenti conservativi per la cura del tumore del rene, 28 pieloplastiche e 5 cistectomie radicali».

«Nel biennio 2014-2015 – ha proseguito Malossini – il numero dei pazienti trattati dall’unità operativa è aumentato del 6% e i pazienti ricoverati a Trento provenienti da fuori provincia sono il 6% del totale. L’attività chirurgica viene svolta negli ospedali di Trento e di Rovereto, quest’ultima sede deputata agli interventi con l’utilizzo del laser verde, una nuova metodica che permette di intervenite sull’ipertrofia prostatica benigna preservando i tessuti, limitando la durata della cateterizzazione e contenendo il periodo di degenza post operatoria ad un giorno di ricovero».

«Stiamo lavorando con la direzione aziendale – ha concluso Malossini – per sviluppare l’attività andrologica all’ospedale di Arco prevedendo l’attivazione di ambulatori specialistici per visite andrologiche, per diagnostica strumentale con Ecocolordoppler e attività chirurgica per il trattamento del varicocele e altri interventi di chirurgia maggiore (corporoplastiche, protesi peniene). L’andrologia garantirà così il completamento delle attività del centro di procreazione medicalmente assistita di Arco integrando le valutazioni diagnostiche e la terapia della componente maschile.

L’unità operativa si è da sempre impegnata, parallelamente all'attività chirurgica e clinica, nella ricerca medica con importanti risultati che, dal 2010 ad oggi, hanno portato alla pubblicazione di 65 lavori su riviste internazionali. L’Unità operativa di urologia è stata classificata dal sito web «Come e dove mi curo» la terza in Italia tra le strutture sanitarie con il minor numero di riammissioni nei 30 giorni successivi a interventi per tumore maligno della prostata e la rivista Focus, nella rubrica «Il medico giusto lo scegli così», ha collocato l’unità operativa al secondo posto in Italia per numero di pazienti operati/re-ricoveri a 30 giorni dimostrazione del buon livello dell’attività chirurgica».

 

Attività chirurgica

dati 2015

Santa Chiara Santa Maria del Carmine
Endoscopia 1.069 interventi 380 interventi di cui 43 Laser-TURP
Urologia 304 interventi   maggiori (robotica) 170 interventi   (prevalentemente su urologia funzionale)


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