Un esempio di integrazione perfettamente riuscita, quello di Kuel, anche se leggi e burocrazia ne hanno ostacolato il cammino. Ma il dottore "venuto dal deserto, che visse fra le montagne", come lo ha definito Tessadri, non ha mai risposto alle difficoltà con amarezza o risentimento: tutti ne ricordano il sorriso, la disponibilità, e naturalmente la preparazione, alimentata da continui studi (dovuti al suo desiderio di migliorare ma anche al fatto che perdendo lo status di borsista sarebbe dovuto rientrare in patria, essendo sprovvisto della cittadinanza italiana).
Ma quello del dottor Kuel è stato anche un esempio importante per la professione medica, ha sottolineato dal presidente dell'Ordine Ioppi: non potendo esercitare come specialista (anche se sarebbe stato un ottimo cardiochirurgo, ebbe a dichiarare il professor Francesco Furlanello, luminare nel campo delle aritmie), e prestando il suo servizio quindi perlopiù come medico di base, Kuel ha praticato realmente quella "trasversalità", quella prassi del confronto fra ambiti e discipline che, in epoca di specializzazioni sempre più spinte, rischia oggi di venire meno.
A quasi due anni dalla sua morte sindaci e semplici cittadini ricordano di lui soprattutto il non essersi mai tirato indietro, a costo di sacrificare il tempo per la famiglia, e la sua umanità, che a volte lo portava a commuoversi per il dolore o la perdita di qualche assistito.
Il film, che sarà proposto prossimamente al pubblico dal Museo storico e dai Comuni coinvolti, e che parteciperà a premi e concorsi, ci restituisce tutto questo, con un montaggio incalzante e poetico ad un tempo. E ci rammenta, come sottolineato da Ferrandi, che una piccola storia di vita può intercettare e riflettere problematiche che vanno al di là di essa.
NERO E BIANCO
Scheda del film
Nero era il colore della sua pelle, bianco il camice di medico che indossa per tutta una vita. La storia di Albino Mayom Kuel, il primo rifugiato politico-religioso in Trentino, dal Sud Sudan all’ospedale di Ala.
Albino Mayom Kuel è il primo richiedente asilo internazionale in Trentino per motivi politici e religiosi. La sua è una storia ricca di avvenimenti, anche amari, che lo porta agli inizi degli anni ’60 a Padova, dove frequenta l’università di medicina, e sul finire di quel decennio arriva all’ospedale di Ala. La sua storia dimostra la perfetta integrazione di Albino. Non è arrivato su un barcone, ma la sua è una lunga e definitiva fuga dal suo Paese, il Sudan, dove non tornerà più.
Albino Mayom Kuel nasce a Gogrial, un piccolo villaggio del Sud Sudan il 1° gennaio 1939. Ha lavorato dal 1969 al 1980 presso l’ospedale di Ala, specializzandosi soprattutto come cardiologo. Poi ha esercitato come medico di base nel Comune di Avio e infine, fino alla malattia nel 2005, come medico dell’Azienda provinciale dei servizi sanitari. È stato consigliere e assessore al Comune di Ala e consigliere ad Avio.
Albino Mayom Kuel se ne è andato alle 4 di mattina del 21 gennaio 2018: aveva 79 anni.
Docufilm, anno 2019, durata 23 minuti.
Produzione: Fondazione Museo storico del Trentino.
Patrocinio: Provincia autonoma di Trento, Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Comune di Ala, Comune di Avio.
Testo: Paolo Tessadri.
Realizzazione: Motion Studio.
Produttore esecutivo: Matteo Gentilini.
Regia: Marco Benvenuti.
Riprese: Ilir Kertusha.
Montaggio: Federica Forti.