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Secondo Tony Venables le città possono essere un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico quando però la loro dimensione tiene conto di uno sviluppo il più possibile armonico in grado di garantire anche la qualità della vita ai loro cittadini. “Gli esempi di città come Londra, Hong Kong e New York - ha spiegato il professore inglese – dimostrano il legame indissolubile per il tessuto urbano fra abitazioni e posti di lavoro. Questo senza dimenticare l’importanza delle infrastrutture legate anche ai servizi pubblici come i trasporti e la sanità”. Il quadro cambio se si guarda a quanto emerge nell’analisi delle città dei Paesi in via di sviluppo che hanno le potenzialità per stimolare la crescita economica e offrire condizioni di vita decenti. Purtroppo però in questi anni molti di questi Paesi stanno sperimentando un’urbanizzazione senza industrializzazione. E’ il caso affrontato con grande chiarezza da Venables della situazione in Africa: “Nella nazioni africane ci sono molti ostacoli che impediscono un’urbanizzazione corretta. Ostacoli che sono di natura legale, istituzionale e politica ma in particolare va rilevata la mancanza di chiarezza sui diritti di proprietà senza i quali è difficile costruire una città in grado di offrire i servizi ai suoi cittadini”. In questo contesto emerge in maniera chiara gli enormi problemi sulle infrastrutture causati anche da una mancanza di programmazione delle istituzioni”. Una situazione difficile dunque quella africana che secondo Tony Venables si può risolvere solo attraverso norme precise legate all’edilizia, ad un preciso ordine legale e appunto alla creazione di adeguate infrastrutture in grado di attirare anche i lavoratori. Senza questo cambio di direzione si rischia un futuro prossimo in cui una situazione caotica farà da sottofondo allo sviluppo delle grandi città e delle metropoli nelle nazioni in via di sviluppo.
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