
L'accordo fra Provincia autonoma e Consorzio dei Comuni che consente ai contribuenti trentini di destinare il 5 per mille del proprio Irpef ad attività sociali svolte dal proprio comune di residenza risale allo scorso anno, ma il vero banco di prova è questo del 2017. Nel 2016, infatti, l'accordo era stato perfezionato quando già era iniziato l'iter per le compilazioni delle dichiarazioni dei redditi, quindi non è stata predisposta alcuna campagna in merito.
In base all'accordo il comune beneficiario si impegna ad utilizzare le risorse raccolte per i lavori socialmente utili. Come noto, i lavoro socialmente utili vengono svolti da persone residenti in Trentino che hanno perso il proprio impiego o comunque svantaggiate sul mercato del lavoro, tramite l'Agenzia del lavoro e il cosiddetto Progettone, facente capo al Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia. Grazie ai lavori socialmente utili vengono realizzate in Trentino molte opere che altrimenti i comuni, con le loro sole forze, difficilmente riuscirebbero a portare a compimento: piste ciclabili, impianti sportivi, spazi verdi e quant'altro, assieme anche alla gestione di servizi importanti in ambito culturale e sociale, come in biblioteche, musei e case di riposo.
Il Progettone negli anni è diventato una parte importante del sistema di protezioni sociali provinciale, un elemento innovativo del welfare trentino il cui valore è riconosciuto ampiamente anche a livello nazionale. L'impegno finanziario della Provincia in favore del Progettone - nonché dei cosiddetti Interventi 19, sempre nell'ambito dei lavori socialmente utili - è stato negli ultimi due anni pari a oltre 60 milioni di euro l'anno. I comuni e le comunità di valle a loro volta hanno sostenuto questo strumento, con circa 6 milioni di euro.
"Sostenere i lavori socialmente utili, attraverso il proprio comune di residenza, è importante, fa bene al Trentino e crea valore aggiunto per tutti i cittadini", sottolineano con forza Olivi e Gianmoena. Ma di quali cifre stiamo parlando? Attualmente chi esercita l'opzione prevista dalla legge sulla destinazione del 5 per mille dell'Irpef a favore di enti o associazioni trentini è poco più del 22% dei contribuenti trentini. Sul totale delle risorse raccolte, solo il 5,74%, lo scorso anno, è andato ai comuni, per una cifra complessiva molto bassa, di circa 169.909 euro (stabile rispetto all'anno precedente che fu praticamente la stessa). Ma l'appello di Provincia e Consorzio dei Comuni non si rivolge tanto a coloro che già esercitano la loro opzione, in genere destinando il loro 5 per mille a qualche associazione, ma alla vasta maggioranza dei contribuenti, più dei 3/4 del totale (77,9%), che non lo fa (in questo caso il loro 5 per mille viene semplicemente incamerato come il resto delle imposte). La quota totale è pari a circa 4,7 milioni di euro.
Per destinare il proprio 5 per mille ai comuni non è necessario conoscere alcun codice fiscale, come avviene invece qualora si decida di optare in favore di un'associazione. E' sufficiente firmare nell'apposita casella presente nel modello 730.