Sabato, 19 Luglio 2014 - 02:00 Comunicato 1857

In val di Fiemme ricordate oggi le tragedie di Stava, del Gleno, del Vajont e del Cermis
UNITI NEL RICORDO

Da grandi tragedie nascono momenti di grande fratellanza. Potrebbe essere questo il senso dell'intensa giornata vissuta oggi in val di Fiemme dalla comunità di Stava, che ha ricordato il 29' anniversario della tragedia che nel 1985 causò la morte di 268 persone, unitamente ai disastri del Vajont, del Gleno e del Cermis. "Il dolore è ancora molto vivo – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi – e non dobbiamo mai dimenticare che vi è stata una grave sottovalutazione del problema da parte di chi aveva responsabilità di controllo". L'assessore provinciale all'ambiente Mauro Gilmozzi ha sottolineato che dopo Stava il Trentino ha sviluppato una sensibilità nella tutela ambientale che pone la sicurezza al centro di ogni intervento".-

Su iniziativa della Fondazione Stava, insieme alla tragedia causata dalla miniera di Prestavel, si sono oggi commemorati in val di Fiemme anche i disastri delle dighe del Vajont nel bellunese del 1963 e del Gleno nel bergamasco del 1923 e i due disastri del Cermis, quello del 1976 e quello del 1998. Tre distinti momenti commemorativi per onorare la memoria delle vittime di queste tragedie, causate tutte dall'incuria dell'uomo.
La giornata si è aperta con la messa nella chiesa parrocchiale di Tesero a cui è seguita una silenziosa processione verso il cimitero di San Leonardo, dove le autorità religiose e civili, insieme a molti cittadini, si sono riunite in preghiera. Poco dopo, presso la chiesetta la Palanca di Stava c'è stata la cerimonia in ricordo delle vittime del Vajont, alla presenza del sindaco di Longarone Roberto Padrin e del gruppo alpini del comune bellunese. Le penne nere hanno deposto una corona di fiori davanti al monumento che la comunità del Vajont ha donato a Stava. "Il ricordo e lo sgomento per quanto accaduto sono ancora vivi – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi durante la cerimonia – e per rispetto delle vittime e dei loro familiari non dobbiamo mai dimenticare che vi è stata una grave sottovalutazione del problema da parte di chi aveva responsabilità di controllo. Per questo – ha aggiunto Rossi – ancora oggi sentiamo forte il dolore per questa tragedia". Il presidente ha elogiato il lavoro importante svolto dalla Fondazione Stava che ha avuto "il merito in questi anni non solo di ricordare, ma di farlo in modo educativo, lavorando ed impegnandosi affinché si possa sviluppare quella fondamentale cultura della prevenzione che potrà impedire il ripetersi di simili tragedie". "Il ricordo non si può e non si deve rimuovere – ha detto Rossi – ma deve essere utilizzato per capire ed affermare l'importanza di valori quali il rispetto della vita e dell'ambiente". Parole condivise da Graziano Lucchi, presidente della Fondazione Stava 1985, che ha evidenziato la necessità di essere solidali fra coloro che hanno sofferto ed è questo concetto che ha portato a stringere, nel corso degli anni, contatti sempre più intensi con le altre comunità che hanno subito simili tragedie, costruendo insieme un comune percorso e momenti di amicizia che puntano a tradurre la memoria in un impegno concreto, come ha auspicato il sindaco di Tesero Francesco Zanon. La giornata si è conclusa sul monte Prestavel, lungo il sentiero della Memoria, dove il sindaco di Cavalese Silvano Welponer ha scoperto un pannello informativo in cui si spiegano le cause e le responsabilità dei due disastri della funivia del Cermis. "Grazie anche al lavoro della Fondazione Stava – ha detto l'assessore provinciale all'ambiente ed ex sindaco di Cavalese Mauro Gilmozzi – abbiamo capito la lezione e siamo riusciti a trasformare lo svantaggio in uno stile di vita di cui essere fieri, perché abbiamo sviluppato una sensibilità nella tutela ambientale che pone la sicurezza al centro di ogni intervento". (fm) -



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