L’evoluzione tecnologica sta quindi cambiando l’approccio della chirurgia dei tumori cerebrali, con gli esperti che stanno lavorando per eseguire l’intervento chirurgico (resezione) a misura di paziente nel difficile equilibrio tra maggiore sopravvivenza e buona qualità della vita.
“Ancora una volta il nostro territorio, dove le eccellenze nel campo scientifico hanno modo di esprimersi e svilupparsi al meglio, ospita un evento di grande rilevanza per la medicina, la chirurgia e la cura dei tumori”, ha sottolineato l’assessore Segnana. “Dopo la prima edizione del 2015 torna a Trento un convegno animato da esperti capaci di operare il paziente sveglio: un approccio che apre a prospettive un tempo impensabili, non solo per la cura dei tumori ma anche per altre patologie cerebrali e più in generale per la riabilitazione di varie patologie neurologiche. Eventi come Connect Brain – ha concluso Segnana – aiutano ad intensificare lo scambio di saperi con risvolti estremamente positivi”.
“Grazie al prezioso lavoro dell’U.o di Neurochirurgia – ha sottolineato il dg di Apss Bordon – oggi abbiamo l’opportunità di ospitare a Trento i massimi esperti internazionali di neuroscienze e chirurgia neuro-oncologica, grazie a cui potremmo avere uno sguardo complessivo e approfondito sulle nuove tecniche di mappatura cerebrale, capaci di aprire nuove strade alla chirurgia. Da qui si può generare un circolo virtuoso in cui l’applicazione di metodi innovativi migliora, da un lato, i risultati medico-chirurgici e, dall’altro, fornisce preziose informazioni per incrementare in generale le competenze e la capacità di pianificazione di interventi sempre più complessi”.
Ad entrare nel dettaglio tecnico-scientifico, anticipando i temi che saranno approfonditi nel convegno, sono stati i direttori della seconda edizione di Connect Brain. “La mappatura dell’assetto funzionale cerebrale, mediante le valutazioni neuropsicologiche pre-operatorie e la risonanza magnetica funzionale ha rivoluzionato l’approccio chirurgico ai tumori neurologici, soprattutto i gliomi”, ha spiegato Franco Chioffi:“l’awake surgery è una tecnica consolidata che consente l’asportazione di tumori intra-cerebrali, risvegliando il paziente con un buon controllo dell’analgesia, per l’esecuzione di test che consentono una maggiore sicurezza nella preservazione delle funzionali cerebrali monitorizzabili, e quindi con un miglior risultato per il paziente”.
“La moderna neurochirurgia oncologica – ha sottolineato Silvio Sarubbo – non ha più oggi solo l’obiettivo di asportare il tumore, ma di rimuovere la massa preservando al meglio la funzionalità cognitiva, ad esempio il linguaggio, la comprensione, la memoria, le capacità esecutive da cui dipende la qualità della vita dei pazienti”. Grazie alla capacità plastica del cervello – ha proseguito Sarubbo – è possibile impostare una chirurgia in più fasi: “il neurochirurgo potrebbe non rimuovere tutto il tumore per non compromettere delle funzionalità. Contando sulla capacità del cervello di riorganizzarsi, può quindi pianificare un altro intervento in un tempo successivo, per completare la resezione, sempre con lo scopo di ridurre al minimo il rischio di deficit cognitivo”.
Paolo Avesani di Fbk si è concentrato invece sugli aspetti più pratici della tre giorni di Connect Brain: veri e propri laboratori che consentiranno ai neurochirurghi di sperimentare nuovi metodi e strumenti offerti dalla “neuroinformatica” a supporto dell’intervento neurochirurgico, come le neuroimmagini che aiutano a caratterizzare la connettività cerebrale.
Connect Brain punta dunque a fornire una panoramica aggiornata sugli strumenti e i concetti provenienti dalla ricerca nell’ambito delle neuroscienze e sulle tecniche di mappatura e monitoraggio utilizzate nella chirurgia cerebrale. Con dei focus dedicati anche alla riabilitazione neuro cognitiva passando attraverso le soluzioni della chirurgia dell’epilessia e della neurochirurgia vascolare.