Nel corso di un incontro a palazzo Trentini, il poeta e filosofo, nonché docente universitario Kristjan Hreinsson, ritenuto tra i maggiori intellettuali dell’isola e non ancora tradotto in italiano, ha snocciolato numeri su numeri. Nel 1950 in 4400 visitarono l’isola, nel 1990 furono 14mila, 300mila nel 2000, ben 2 milioni lo scorso anno. Se continua così, le stime dicono che nel 2020 i turisti saliranno a 3 milioni. Il che ha fatto felici le casse non solo dello Stato ma anche di chi lavora nel settore di un Paese che ha poco più di 300mila abitanti. Infatti, secondo quanto riferito da Hreinsson, se nel 2010 il “reddito” turistico è stato di 570milioni nel 2016 è salito ad 1milione e 700 mila euro e si stima che nel 2020 ad ogni islandese andranno in tasca una media di 10 mila euro derivati dal settore che ormai traina tutta l’economia dell’isola che per secoli si è basata sulla pesca. Tempi passati se le auto a noleggio erano 3000 nel 2000 e 20mila al giorno d’oggi. L’intellettuale non si è comunque nascosto i problemi che da questo vero e proprio boom turistico che ha sollevato il Paese dalla crisi bancaria del 2008 possono nascere, ed in parte già ci sono. Dall’inquinamento alla mancanza di servizi. “Diciamo che il mondo si è accorto di noi – ha sottolineato – con l’eruzione del vulcano Eyjafioll che, nel 2010, bloccò il traffico aereo europeo. Ora tutta la nostra economia è trainata dal turismo e la pesca è ormai in mano a poche imprese. Certo – ha proseguito – il motivo per cui ormai in tantissimi arrivano sull’isola è la natura incontaminata, i paesaggi sconfinati. Il fatto è che, paradossalmente, i turisti sono fin troppi”. Ma forse anche, almeno in quota a parte, l’exploit, la crescita esponenziale, è pure dovuta alla nazionale di calcio che agli ultimi campionati europei ha stupito tutti arrivando ai quarti di finale suscitando la simpatia di molti, anche tra i non addetti ai lavori.
La natura, i paesaggi, vera forza dell’isola. Quelli ritratti dalla fotografa milanese Sonia Santagostino in mostra a Torre Mirana (“Islanda/la rinascita dell’uomo nella natura”). Quaranta scatti “immortalati” tra fine febbraio e inizio marzo, compresa l’aurora boreale. Ma pure un’Islanda immaginaria, quella del disegnatore lombardo Guido Scarabottolo (tra l’altro illustratore del manifesto ufficiale del festival) che in 34 “quadri” ha illustrato un Paese dove non è mai stato. Inchiostri, pastelli, carboncini e acquarelli, un viaggio immaginario, popolato di ghiacciai, vulcani e animali.