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Bianchi non è che abbia proprio iniziato per caso ad andare in montagna, o lungo i greti dei torrenti o sui sentieri, a piedi nudi. Stava camminando su uno sterrato e le scarpette supertecniche gli davano fastidio. Se le è tolte e a contatto con la madre terra si è trovato bene, a proprio agio. Ha iniziato ad informarsi e ha scoperto che in Germania e negli Stati uniti la pratica era già, in qualche maniera, piuttosto diffusa. Da ingegnere qual è ha studiato gli effetti benefici della trasmissione di energia e del contatto elettrico col terreno, ha fatto del giardino di casa una sorta di palestra e si è messo al pc per scrivere il suo primo libro, “Il silenzio dei passi”. E nel secondo, “A piedi nudi” ha messo a frutto tutti gli incontri fatti e le esperienze maturate nell’ultimo anno. “Nessuna pratica new age, men che meno siamo una setta – tiene a precisare – Piuttosto, una ricerca del benessere a contatto con la natura, che ho imparato ad amare. D’altronde – aggiunge – camminare scalzi è l’esperienza più semplice che l’uomo possa fare”. Ne elenca poi gli effetti benefici per quanto riguarda la postura, gli aspetti cardio-circolatori e psicologici, visto che è un’azione che sollecita l’attenzione, se non si vuole rischiare di farsi male ai piedi. Dalla A di “acqua” alla Z di “zona comfort” è tutta una serie di approfondimenti fisiologici, fisici, chimici, esperienziali e tanto altro. “L’importante – aggiunge l’autore – è camminare sui sentieri o in altri luoghi, che si tratti di pianura o di montagna, purché siano naturali”. Insomma, niente asfalto. “Vi invito – conclude Bianchi – a togliervi le scarpe. Vi auguro un cammino ricco di scoperte. Provateci”.