“Una operazione interregionale – ha specificato Masè – ma con una valenza internazionale, probabilmente la più vasta condotta a livello nazionale contro il traffico illecito di avifauna in italia. Esprimo quindi un apprezzamento al reparto operativo del Corpo che ha curato le varie fasi dell’indagine”.
“Per la nostra organizzazione – ha aggiunto il dirigente del Servizio Foreste e Fauna Giovanni Giovannini – una prova impegnativa, che ci ha portati anche fuori dai confini del Trentino. Siamo veramente soddisfatti e orgogliosi di come, in collaborazione con Carabinieri, Polizia e colleghi di altri territori, l'abbiamo portata a termine”.
Sono sostanzialmente due le aree e le organizzazioni su cui si è indagato: un sodalizio trentino, indirizzato alla raccolta diretta di nidiacei nell’area del Burgraviato (Val Venosta, Val dell’Adige e Merano), con ricettazione della refurtiva presso un grosso allevatore bresciano; una seconda organizzazione, capeggiata da trevigiani e friulani, particolarmente attiva nell’importazione di uccelli nidiacei catturati da altre organizzazioni estere e rivolta allo smistamento degli uccelli nel nord e centro Italia. Il numero di uccelli trafficati si stima in circa 20.000, con un danno al patrimonio indisponibile dello Stato stimabile in centinaia di migliaia di euro.
“I nidiacei - ha spiegato Giovannini - acquistavano valore ad ogni passaggio, dai 30 euro iniziali fino a 150 - 300 euro per gli esemplari adulti”.
Ad esito delle indagini, le operazioni di arresto e perquisizione sono state svolte il 18 dicembre scorso da parte del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento in stretto raccordo con sette reparti dei Carabinieri Forestali (Il Gruppo Carabinieri Forestale di Treviso con attività delegata su tutto il Veneto; Il S.O.A.R.D.A. per la regione Lombardia; il Nucleo CITES nelle Marche; Il NIPAAF di Pistoia sulle Provincie di Massa, Pistoia, Arezzo e Pisa; i Gruppi Provinciali Carabinieri Forestali di Brescia, Bergamo e Napoli per le restanti province), con la collaborazione del Corpo forestale Regionale Friuli Venezia Giulia per le province di Pordenone e Udine e della Polizia autostradale. In tutto sono intervenuti oltre 250 appartenenti alle forze dell’ordine.