Molti gli amministratori locali presenti ieri nel teatro di Dimaro, fra cui l’intero consiglio comunale e i presidenti delle Asuc locali. A fare gli onori di casa il sindaco del Comune ospitante, Andrea Lazzaroni, che ha chiesto spiegazioni sulla prossima riapertura della discarica di Monclassico, sulle tempistiche e modalità delle riaperture. Fra i numerosi interventi, anche richieste di rassicurazioni riguardo alle ricadute sul versante della salute, dell'inquinamento ambientale e del traffico.
Il vicepresidente Tonina ha ricordato innanzitutto i grandi risultati raggiunti in Trentino nella raccolta differenziata. "Siamo passati dal 15% circa dei primi anni 2000 al 77%, e continuiamo ad insistere, perché maggiore differenziata significa minori rifiuti residui da trattare”. Sulle prospettive future del settore si è svolto nei mesi scorsi un ampio dibattito che ha coinvolto anche il Comune di Trento. “E' emersa chiaramente la necessità di disporre di due Piani, uno di breve periodo, per l'emergenza, e uno di lungo periodo, le cui linee progettuali saranno contenute nel Quinto aggiornamento al Piano generale dei rifiuti, che approveremo entro il 2021. Nell’immediato si rende quindi necessaria la riapertura delle discariche di Monclassico e Imer. Sul medio-lungo periodo, con il supporto del sistema della ricerca trentino, puntiamo alla realizzazione di un impianto di smaltimento con tecnologie molto più avanzate di quelle attuali, per dare una risposta definitiva al problema. La soluzione alternativa, cioè trasferire il rifiuto residuo all’esterno, oltre ad essere in contrasto con gli orientamenti europei, sarebbe a regime molto più onerosa e sbagliata sul piano etico, e quindi dobbiamo impegnarci a scongiurarla contando sulla responsabilità collettiva.”.
Come illustrato dai tecnici provinciali, attualmente in Trentino si producono circa 55000 tonnellate/anno di residuo secco che devono essere smaltite. Il sistema di smaltimento prevede l’invio all’inceneritore di Bolzano di 15-20000 t/anno ed il restante materiale allocato in discarica a Ischia Podetti. Il volume residuo della discarica alle porte di Trento, a giugno, era di circa 15000 mc, rendendo la sua vita molto bassa (settembre 2021). Attualmente si sta provvedendo con urgenza al completamento dell’iter per l’approntamento di un nuovo catino Nord (previsto originariamente per lo stoccaggio delle ceneri dell’inceneritore), che dovrà essere ultimato nel 2023. Il nuovo bacino avrà una capacità totale di circa 250000 mc di rifiuti. A questa decisione se ne affiancano anche altre, fra cui il bando di una nuova gara per l’eventuale incenerimento al di fuori dei confini provinciali di una quota di rifiuti. Fra queste decisioni vi è infine la riapertura delle discariche di Imer e Monclassico, sospese ai conferimenti dal 2014-2015 per decisione gestionale, pur avendo ancora un volume disponibile rispettivamente di 30000 mc e 60000 mc circa. A Monclassico sarà possibile stoccare secondo il Piano messo a punto dalla Provincia circa 30000 t/anno di rifiuti, e a Imer 8000, fino ad esaurimento dei volumi di progetto. Queste discariche sono le uniche attualmente presenti in Trentino per le quali è autorizzata la riapertura. Tutte le altre sono esaurite.
A Monclassico verranno conferiti rifiuti solidi urbani prodotti dai bacini della val di Sole e val di Non, e eventualmente da altri bacini del Trentino centro/occidentale. Secondo le tempistiche previste, la riapertura avrà comunque una durata contenuta. Per venire alle cose che preoccupano maggiormente i cittadini, la riapertura della discarica più capiente, quella di Monclassico comporterà non più di 6-7 passaggi giornalieri di camion autoarticolati, per 5 giorni alla settimana.
Ci saranno disagi per quanto riguarda gli odori? Anche qui, le rassicurazioni dell'Appa sono state puntuali: il rifiuto in ingresso sarà praticamente privo di frazione organica, ovvero di “umido”, responsabile della gran parte degli odori. Prima del 2015 la presenza di rifiuti organici era molto più consistente. I rifiuti in arrivo inoltre non saranno triturati, pratica che genera di solito del disagio acustico.
Durante la coltivazione della discarica verranno invece rimossi – per settori - i teli che in questo momento la coprono. Ciò causerà un lieve aumento del percolato, variabile a seconda del regime delle piogge, che verrà adeguatamente gestito. Grande attenzione è stata riservata inoltre in fase progettuale all’impatto paesaggistico della riapertura e alla ricopertura finale del sito. È previsto a monte un declivio morbido e coltivato a prato, mentre a valle il Servizio foreste e fauna ha già provveduto a piantumare abeti bianchi e altri alberi d’alto fusto.
Per quanto riguarda la discarica di Imer, accoglierà Rsu generata in Valsugana, nel Primiero e nel Tesino. Saranno conferiti in tutto rifiuti per circa 20000mc, a fronte dei circa 30000 mc autorizzati, per un migliore inserimento paesaggistico della discarica così completata. Il volume finale di rifiuti conferiti sarà dunque inferiore rispetto a quello autorizzato al momento della progettazione del sito. Anche qui si è curato particolarmente l’aspetto paesaggistico e di copertura finale della discarica e verranno adottate tutte le misure di mitigazione dei disagi che potessero eventualmente insorgere durante il periodo, comunque limitato, della riapertura.