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Si tratta del primo accordo di questo tipo in Italia, per un progetto che pone la Provincia all’avanguardia rispetto al contesto nazionale. Il punto di partenza, è quello di considerare il telelavoro non semplicemente come una misura di welfare, riservata ad alcune tipologie di dipendenti, ma anche soprattutto come uno strumento di miglioramento dell’efficacia e dell’attività della pubblica amministrazione. In particolare, dal 2016 l’assegnazione tramite graduatoria delle postazioni di lavoro a distanza terrà conto non solo della distanza casa/lavoro e della situazione personale/familiare, ma anche dell’impatto dell’attività in telelavoro sull’organizzazione della struttura di assegnazione e sull’effettiva tele lavorabilità della stessa. Questo grazie al ruolo potenziato dei dirigenti e dei direttori.
Attualmente sono attivate in Provincia 239 postazioni, di cui 131 domiciliari e 108 nei 12 telecentri presenti sul territorio a cui si aggiungono 33 postazioni con modalità di telelavoro mobile, riservate a dirigenti e direttori. Molti i benefici previsti, fra cui la razionalizzazione ed il contenimento dei costi, la conciliazione tempi vita-lavoro, l’aumento della motivazione e della prestazione, ma anche la creazione di soluzioni innovative e l’aumento del benessere organizzativo e della flessibilità ed il miglioramento delle condizioni ambientali. Entro breve tempo, questo l’obiettivo della Provincia, oltre il 10% dei dipendenti provinciali praticherà il telelavoro nelle sue varie forme, come previsto anche dalla riforma nazionale della pubblica amministrazione.
La Provincia è l’unico ente che richiede ai propri dipendenti per telelavorare l’utilizzo della rete ADSL privata e, con l’accordo sottoscritto, si impegna anche ad introdurre la possibilità per i dipendenti, se autorizzati, di utilizzare i propri device (BYOD) per l’attività da remoto in luogo di quelli personali.