In un festival che ha per tema “Lavoro e tecnologia” non mancano gli incontri dedicati alla presenza delle donne nei settori professionali tecnologici, a lungo dominati dagli uomini.
Nonostante le studentesse ottengano risultati migliori in minor tempo nei percorsi formativi, nel mondo del lavoro sono ancora gli uomini a farla da padrone. Tra gap salariale già dal primo stipendio, minori opportunità e minor rappresentanza, le donne italiane arrivano a ricoprire solo il 20% dei ruoli di management, il 30% dei ruoli imprenditoriali e aprono solo il 13% delle start up innovative. Questo si traduce in una perdita di competenze di qualità, tra le migliori disponibili. Il sistema italiano è scarsamente meritocratico, basato su disparità e stereotipi. Gli stereotipi sono anche la causa della minor presenza di ragazze e donne nei settori scientifico-tecnologici.
Abbinato a percorsi di educazione alla parità di genere nelle scuole di ogni ordine e grado, l'accesso alle nuove tecnologie potrebbe favorire la presenza femminile, tanto nel settore privato quanto nel pubblico.
Modalità e tempi di lavoro stanno velocemente cambiando, permettendo alle donne, e finalmente anche gli uomini, di conciliare la vita professionale con i tempi della vita privata e familiare. In un mondo più tecnologico servono capacità di lavorare in team e soft skill, alta scolarizzazione e disponibilità alla formazione continua. Si tratta di competenze professionali che le donne posseggono e possono mettere in campo.
Le policy da adottare, elencate da Stefano Scarpetta, direttore per l’occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’OECD, sono:
- Promuovere la partecipazione femminile nelle materie STEM: le donne non possono restare ai margini nei settori che nel futuro offriranno più occupazione. Non possiamo permetterci di non intercettare talenti e competenze di alto livello.
- Rimuovere le barriere al life long learning (formazione continua, anche di persone meno scolarizzate o a fine carriera).
- Chiudere il gender gap nell’accesso e all’uso della tecnologia
- Promuovere modalità di lavoro flessibile sfruttando nuove tecnologie, garantendo a tutti i lavoratori il diritto di richiedere orari flessibili. Questo significa incoraggiare le parti sociali a occuparsi di flessibilità, per donne e uomini, nella contrattazione collettiva e aiutare le imprese a ripensare la propria organizzazione attraverso campagne informative e scambio di best practices.
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