Giovedì, 15 Aprile 2021 - 14:52 Comunicato 887

Tassi di appropriatezza nell’uso di vaccini, ottime performance di Apss

In questi giorni Apss ha riesaminato il livello di appropriatezza con cui sono state utilizzate le dosi di vaccino a disposizione fin dall'inizio della campagna vaccinale. Le analisi interne hanno esaminato i dati relativi a 3.071 vaccinazioni estratte a campione, rilevando tassi di coerenza con l'atteso pressoché del 100%.
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Oltre alle analisi interne esistono rilevazioni compiute a livello nazionale, in cui vengono comparate le performance di tutte le Regioni e Provincie autonome. Tra queste vi è l’ultimo rapporto prodotto dalla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e Agenas «Monitoraggio piano vaccini anti-covid19».

Dalla rilevazione risultano alcune performance che pongono la nostra provincia ai massimi livelli in Italia tra cui: la percentuale di popolazione over80 vaccinata in Trentino con una dose è la più alta in Italia, la percentuale di popolazione over80 che ha completato il ciclo vaccinale in Trentino è la seconda più alta in Italia, la percentuale di popolazione tra i 70 e i 79 anni vaccinata con due dosi è la più alta in Italia e da ultimo la percentuale di ospiti Rsa vaccinati con due dosi è la seconda più alta in Italia. Nell’allegato 1 sono riportati i bersagli delle diverse Regioni e Province autonome.

Una recente analisi effettuata su dati del Commissario per l'emergenza covid19, pubblicata su "Il Giorno", ha mostrato che in Trentino la percentuale di dosi somministrate a persone fuori lista sul totale delle dosi somministrate è la seconda più bassa in Italia (allegato 2).

Secondo il direttore generale, Pier Paolo Benetollo «Questi dati, rilevati da autorevoli soggetti terzi, dimostrano la correttezza con cui è stata finora condotta la campagna vaccinale - come è proprio della cultura profondamente radicata nella popolazione di questa Provincia. I risultati si sono già visti nell'importante calo dei decessi e, fin dalle prossime settimane, man mano che la copertura si estenderà agli altri soggetti anziani e alle persone vulnerabili, ciò comporterà una riduzione dei ricoveri in terapia intensiva, consentendo a tutti di tornare ad una vita "normale". È indispensabile tener duro ancora qualche settimana, soprattutto con grande attenzione ai contagi all'interno delle case e nelle riunioni fra famiglie».

(rc)


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