Sono 80 ragazzi fra i 13 e 16 anni; 2 compagnie teatrali e due orchestre: ebrei, arabi, drusi e cristiani. Giovani trentini e ragazzi di Nazareth e del kibbutz Sasa hanno lavorato insieme sulla valorizzazione delle differenze.
Un percorso di fratellanza che negli ultimi tre anni, grazie all'importante esperienza di "Officina Medio-Oriente", ha costruito ponti di dialogo tra ebrei e arabi. Snodo centrale di questo progetto il Trentino: un luogo neutrale dove portare avanti esperienze concrete e tessere nuovi rapporti interpersonali.
"Officina Medio Oriente" ha trovato una sua tappa ideale con la rappresentazione al teatro di Maalot-Tarshiha di martedì 21 agosto, e con il percorso che si concluderà a Gerusalemme domani, venerdi 24 agosto con un importante restituzione alle autorità alle ore 11 presso l'auditorium YMCA.
Già i due gruppi di ragazzi arabi ed ebrei erano venuti in Trentino negli anni scorsi e l'ultima volta a maggio e ora i trentini restituiscono la visita in Isreale.
Una settimana di convivenza, un laboratorio di vita vissuta, per stare insieme tutti quanti senza nascondere la propria dimensione culturale, identitaria e religiosa, bensì vivendo nel modo più aperto possibile. Un percorso non facile, concreto ma anche di alto valore simbolico. Per incontrare "l'altro" bisogna riuscire a superare i pregiudizi e assaporare lo spirito positivo della convivenza.
La performance di ragazze e ragazzi di popoli diversi ha riscontrato grande successo ed apprezzamento da parte della popolazione locale presente. Il vicesindaco della città di Maalot-Tarshiha non ha mancato di ricordare come quello che oggi è un teatro per la promozione del dialogo, dell'arte e della cultura, è stato uno dei luoghi maggiormente bombardati sei anni fa durante i bombardamenti partiti dal Libano. "Sono arrivati - ha detto - 300 razzi che hanno ucciso sia arabi che ebrei a dimostrazione che la guerra non fa distinzioni"."E' importantissimo per noi - ha aggiunto - che siate venuti dal Trentino così giovani a portare un tale messaggio di speranza: ci commuove e ci da la forza per andare avanti."
"Persone che vivono fino in fondo la propria dimensione religiosa non possono che trovare punti di incontro"; "I ponti più veri e solidi sono quelli che si possono costruire con le colonne solide e ben distinte senza mescolarsi e senza nascondersi"; "I ragazzi hanno lavorato molto. L'arte è uno strumento potente per fare unire i ragazzi"; "Hanno scoperto d avere gli stessi sogni e gli stessi desideri"; " Si può superare tutto lavorando assieme, con il gioco e la conoscenza"; "E' uno spettacolo che in qualche modo parla della conoscenza e della gioventù con un linguaggio antico"; "In qualche modo si sono scontrati e incontrati con un linguaggio arcaico, quello della musica del 1300 e attraverso quelle forme di linguaggio hanno raccontato e sperimentato l'adolescenza": questi alcuni dei commenti da parte dei protagonisti durante la serata.
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