
Intervistato, in una sala gremita, da Fausto Narducci, giornalista de La Gazzetta dello Sport, Stefano Baldini ha raccontato al pubblico del Festival da dove è nata la sua passione per l’atletica attraverso i momenti salienti del suo percorso di campione dalle piste al ruolo di responsabile tecnico Nazionale delle giovanili d’atletica. I ricordi più belli, quelli che hanno portato proprio la Gazzetta dello Sport ad un titolo epico come quello di “Dio di Maratona” ,sono quelli legati al trionfo Olimpico: “Ho corso gli ultimi 5000 in 14 netti – ha raccontato Stefano Baldini e ci ho sempre creduto nonostante un tracciato davvero impegnativo fatto di salite e discese”. Una passione coltivata fin da giovanissimo, la prima corsa fu a dieci anni, in quelle strade d’Emilia che nel suo immaginario erano come quelle del Kenya, con tanti sacrifici e quella perseveranza che lo hanno portato a diventare un simbolo per il mondo podistico italiano. Un movimento quello della corsa nel nostro Paese che si muove fra luci ed ombre: “In Italia oggi si corre molto – ha sottolineato Baldini – ma non c’è quello spirito agonistico che caratterizza invece altre nazioni. Diciamo che molti corrono ma pochi concorrono e a questo aspetto vanno aggiunte anche le difficoltà organizzative sempre dietro l’angolo”. Negli ultimi anni Stefano Baldini si è dedicato al movimento giovanile dell’atletica, favorendone una vera e propria rinascita con ottimi risultati. Una posizione che Baldini ha abbandonato lo scorso agosto dopo il flop ai Mondiali di atletica che si sono svolti l’estate scorsa a Berlino. “Le mie dimissioni, fatte anche in modo roboante – ha raccontato il campione emiliano – vogliono essere uno sprone a fare di più: a Berlino non abbiamo messo in campo una mentalità vincente e sono emerse le lacune complessive del nostro movimento. Per guardare oltre, per far crescere la nostra atletica ci vuole anche una forte capacità di critica e autocritica: solo in questo con una programmazione ancora maggiore ed idee chiare il futuro potrà essere migliore e far cresce di più i ragazzi e le ragazze che credono in questo sport”.