"La Giunta provinciale - sottolinea Spinelli - con questo Ddl e anche con quello di fine marzo, ha puntato ad iniettare risorse nell’economia trentina al fine di garantire il prosieguo o la ripresa delle attività produttive, soprattutto di medio-piccole dimensioni, anche dopo che la pandemia avrà allentato il suo morso. Parliamo soprattutto delle realtà produttive sotto i 9 dipendenti, che occupano circa 100.000 addetti, quindi quasi un quinto della popolazione totale. Se queste imprese non avessero accesso al credito e se non potessero contare, ove necessario, su qualche minimo aiuto a fondo perduto per sostenere i costi fissi di questo periodo di lockdown, è chiaro che l’effetto sarebbe devastante in primo luogo per i lavoratori e le loro famiglie.
Oggi molti di loro sono in cassa integrazione ma un domani potrebbe essere disoccupati, in cerca di un nuovo impiego. Vorrei però aggiungere che in questi giorni in Trentino letteralmente si 'respira' la volontà di tornare al lavoro, naturalmente in condizioni di sicurezza, quelle che la Giunta vuole promuovere sostenendo le imprese che realizzeranno i necessari investimenti all'interno dei siti produttivi per prevenire i contagi. Nessuno vuole rimanere a casa, perché un lungo periodo di inattività ha delle forti ripercussioni anche psicologiche, emotive. Gli aiuti alle imprese, inoltre, non verranno erogati senza vincoli: gli operatori economici devono infatti garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e il pagamento della catena dei fornitori, oltre ad offrire, come ho detto, delle garanzie sul fronte sanitario.
Un'azienda che lavora significa dunque produzione di ricchezza ma in primo luogo occupazione, che genera domanda, e indirettamente, attraverso le imposte versate, nuovi investimenti, con tutti i benefici macroeconomici che possiamo immaginare. Riguardo ai confronti con altre realtà, vale appena la pena di aggiungere che, nella cornice generale disegnata dal Governo e dalle normative europee, ogni territorio ha e si è dato in passato strumenti diversi, ad esempio per il sostegno alle famiglie. Bolzano non ha gli stessi strumenti che abbiamo noi. Ogni anno la Provincia autonoma di Trento investe 80 milioni nell'assegno unico, e con questa manovra abbiamo previsto l’aggiornamento degli importi dell’assegno per le famiglie più colpite dagli effetti della pandemia, oltre a uno stanziamento aggiuntivo di ulteriori 5 milioni, stanziamento che potrà essere innalzato al bisogno.
Questo nuovo Ddl non costituisce comunque l'ultimo atto di questa manovra, e non solo perché, purtroppo, l'emergenza non sembra destinata ad esaurirsi domani. Stiamo attendendo come noto le decisioni del Governo in materia di allentamento dei vincoli posti dall'accordo di Milano, relativi al contributo del Trentino al risanamento del deficit dello Stato. E' evidente che al momento quei parametri non possono essere più considerati validi e che tutta l'Europa è chiamata a fare uno sforzo straordinario per sostenere la ripresa. Al tempo stesso, il Trentino ha bisogno di quelle risorse per gestire tutte le competenze previste dall'Autonomia. Il quadro, insomma, è ancora in via di definizione, l'importante è continuare a tracciarne assieme i contorni, confrontandoci ma senza generare polemiche inutili al nostro interno".