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La sicurezza è da sempre un fattore di presidio, controllo e prevenzione del territorio ma, al contempo, rappresenta una condizione di sviluppo se trova coinvolte le istituzioni locali, le associazioni e i servizi sociali. L’assessore provinciale alla coesione sociale, Carlo Daldoss sottolinea la via trentina all’integrazione tra servizi digitali e sicurezza: “La nostra provincia ha i fondamentali per compiere il salto di qualità. Per questo motivo abbiamo deciso di utilizzare l'infrastruttura della fibra ottica presente sul territorio (oltre mille chilometri di dorsale) e costruire un coordinamento con le altre realtà territoriali, compreso il Commissariato del Governo, per un unico sistema di video sorveglianza. L’obiettivo è certamente quello di scoraggiare attività criminose, peraltro non in aumento in Trentino, ma anche di dare una risposta concreta alla percezione di insicurezza da parte delle persone”. Un concetto su cui si è soffermato anche Maurizio Graziano, comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Trento
Il presidente di Trentino Network, Alessandro Zorer, - sollecitato anche dal giornalista Alessandro Longo, coordinatore dell’incontro - ha illustrato il ruolo svolto dalla società di sistema nella digitalizzazione del Trentino: “Lo interpretiamo in maniera aperta, consolidando le nostre competenze, ma anche andando a cercare con le aziende le migliori professionalità così da garantire lo sviluppo e la gestione integrata di servizi di nuova generazione”. A questo proposito, Zorer ha ricordato il completamento della dorsale di fibra ottica e il piano di espansione e penetrazione in Trentino della banda larga e ultralarga, pur in un contesto geografico non semplice (il Trentino è un’area montuosa che presenta criticità tecniche e infrastrutturali), così come la Rete Tetra e la Centrale unica di emergenza. A breve arriveranno servizi digitali per aziende e famiglia: un ruolo che ha reso Trentino Network il catalizzatore locale delle nuove iniziative digitali.
In campo nazionale, come ha ricordato Roberto Baldoni, direttore del Laboratorio nazionale di Cyber Security del CINI, si è raggiunta l’intesa per la definizione del protocollo di cyber security: “Fondamentale per un contesto in cui il confine tra economia e cyber space di fatto non esiste più”. Ma anche in questo contesto, l’Italia si trova però a far conto su risorse finanziarie limitate: il nostro Paese ha destinato (ma non ancora assegnato) 150 milioni di euro per la sicurezza delle reti, contro i 2 miliardi di euro della Francia ed i 20 degli Stati Uniti.