Numerosi i capisaldi, gli interventi e le strategie attraverso cui si attua la riorganizzazione. La finalità è rispondere alle criticità messe in luce dalla pandemia e non solo da quest’ultima, come anche valorizzare i punti di forza del sistema trentino. Della riforma sono punti centrali il ripristino e il potenziamento dei distretti sanitari che attraverso l’istituzione delle reti professionali locali, i Dipartimenti e l’apporto dei professionisti della medicina convenzionata e delle altre professioni sanitarie, ivi compresi gli infermieri di famiglia, garantiranno prossimità delle cure ed un approccio integrato della presa in carico del paziente.
Altro punto di forza della riorganizzazione è il potenziamento del Dipartimento di prevenzione affinché tutti i momenti di contatto con le persone diventino occasioni per promuovere la salute, nonché l’organizzazione della Scuola di Medicina e Chirurgia di Trento in relazione all’avvio nel corso del 2020 del corso di laurea magistrale interateneo in medicina e chirurgia presso l’università di Trento.
Inoltre ogni ospedale sarà caratterizzato come ospedale di riferimento provinciale per alcuni percorsi attraverso la definizione di un “progetto di struttura”, in un’ottica di complementarietà e sussidiarietà delle strutture nel rispetto delle esigenze locali, delle diverse funzioni e mandati di ciascun presidio ospedaliero oltre che delle esigenze dettate dalla stagionalità.