"Penso - ha aggiunto il presidente Dellai - che questa sia una manifestazione molto importante nella nostra vita comunitaria. Questo costruire rete con i nostri missionari nelle varie parti del mondo ha rafforzato non solo dentro l'istituzione ma dentro tutta la nostra comunità la consapevolezza su questi temi. Perché sul terreno della solidarietà e della cooperazione non può esserci un governo che stanzia del denaro o promuove una legge e tutto è risolto. O questo è un impegno di comunità oppure semplicemente non è. Anche questa edizione, ne sono convinto, ha rafforzato la sensibilità dei trentini. Le stagioni della ricchezza degli ultimi decenni non hanno travolto l'anima solidaristica del Trentino. Abbiamo conservato questa forte attenzione che si esprime in mille iniziative di aiuto, coltivando rapporti autentici con il resto del mondo. Questo ci fa ben sperare per il futuro anche se sappiamo che i prossimi anni saranno anni di difficoltà sul piano economico e finanziario e c'è il rischio elevato che si reagisca alle incertezze e alla diminuzione delle risorse pubbliche con una regressione culturale che si esprime in atteggiamenti di chiusura o in fenomeni di populismo. Il Trentino non è immune a questi fenomeni ma ha degli anticorpi su cui noi dobbiamo investire molto. Anche questa iniziativa, come altre che si stanno facendo, ci aiuterà a tenere la rotta per il futuro. E' poi molto importante la cooperazione di comunità. La nostra esperienza dice che le cose più belle le abbiamo fatte quando piccole comunità locali del Trentino si sono messe in relazione con piccole comunità di altri paesi ed è nato un rapporto costante fatto di interscambio. Altro punto importante è la formazione. Noi abbiamo promosso la nascita di una scuola per la cooperazione allo sviluppo che sta già lavorando e che dovrà farlo sempre di più nel futuro. Richiamare la centralità delle politiche di cooperazione allo sviluppo ha anche una valenza educativa e formativa dell'opinione pubblica. Riportare l'attenzione sui valori veri aiuta tutti a dare un peso alle cose. Il percorso che abbiamo costruito in questi anni in Trentino credo sia irreversibile. Anche in futuro il Trentino saprà quindi dimostrare che l'autonomia non è un fatto di chiusura ma invece un modo esigente di vivere la cittadinanza globale senza essere disponibili ad essere omologati."
In mattinata il cantautore Goran Kuzminac ha partecipato al Forum dove ha anche proposto la sua musica.Sempre in mattinata è stata presentata l'esperienza della comunità di Saint Martin, in Kenya, guidata da padre Gabriele Pipinato, una comunità il cui motto è "tutto attraverso la comunità", e quindi, necessariamente, il volontariato.
Quello di oggi è stato un confronto partecipato e ricco di suggestioni. Nel pomeriggio Monsignor Giuseppe Sandri ha parlato della sua esperienza in Sudafrica. Suor Celestina Brigadoi, missionaria in Bolivia, ha ricordato le sue sensazioni quando è partita da Predazzo e per la missione. Silvia Valduga, laica in Nicaragua, ha detto di aver apprezzato il confronto fra storie, punti di vista ed esperienze diverse che ha potuto vivere grazie a "Sulle Rotte del Mondo". Fratel Gabriele Garniga, che lavora in Sri Lanka, ha ricordato le sue esperienze di cooperazione e formazione di personale locale nel campo della meccanica e dell'edilizia; a Trento ha detto di aver sperimentato la fraternità e la forza per affrontare i problemi, anche con nuove idee da assimilare e portare dove presta la sua opera. Franco Sartori, che opera come educatore in Albania, ha posto l'accento sulle qualità dell'Albania, oltre i preconcetti, ed ha aggiunto di aver acquisito a Trento, grazie alle numerose testimonianze che ha seguito, molte informazioni su tanti paesi; ha apprezzato anche la qualità' degli interventi di solidarieta' di cui ha sentito la descrizione. Nicoletta Gatti, docente, ha sottolineato quanto sia importante per i religiosi avere una mente aperta, inclusiva; pensiero creativo e comunicazione sono, secondo lei, altri elementi molto importanti.
Ieri sera la città ha salutato i missionari anche con una serata di musica alla sala della Filarmonica, che si è rilevata davvero un momento importante di incontro fra le culture. Dai gruppi musicali e di balli provenienti dall'Est Europa al coro dell'Ana, passando per le percussioni africane di Mamadou, la serata è approdata infine alla sua "tradizionale" conclusione, sempre emozionante: l'Inno al Trentino cantato in coro da tutti i missionari, assieme sul palco.
(lr) -