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"Per anni molti economisti – ha ricordato Stiglitz – hanno evitato di studiare il fenomeno della disuguaglianza, considerandolo una questione controversa. Risultato di questo atteggiamento, la disuguaglianza è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni, anche in Europa". Stiglitz ha poi ricordato che il paese dove vi sono meno differenze sociali è la Danimarca mentre Stati Uniti, Gran Bretagna ed Italia sono ai vertici mondiali. "La prospettiva di un giovane americano – ha detto Il premio Nobel – dipende di più dal reddito dei genitori che dalle sue capacità o dal suo livello di istruzione". "Decisiva – ha aggiunto - per correggere le disuguaglianze e favorire la crescita, è la politica dei governi in materia di imposte: "Vanno aumentate quelle sulle proprietà immobiliari e sulle rendite fondiarie e le tasse di successione".
"Possiamo intervenire per cambiare le politiche che generano la disuguaglianza – ha detto Stiglitz – ma dobbiamo intervenire rapidamente, non bastano piccoli aggiustamenti, servono cambiamenti fondamentali ed urgenti. Serve capirne molto meglio le cause e riscrivere le regole dell'economia capitalistica, altrimenti fra 30 anni avremo una società ancora più diseguale". "Il problema – ha concluso – non è il capitalismo del 21esimo secolo, ma le politiche che si mettono in campo". -