Ne hanno discusso, moderati da Badaloni, il presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO e assessore per la natura, paesaggio e territorio della Provincia autonoma di Bolzano Elmar Pichler Rolle, l'assessore all'urbanistica, enti locali, personale, lavori pubblici e viabilità della Provincia autonoma di Trento nonché membro del cda della Fondazione, Mauro Gilmozzi, i membri del comitato scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO, l'antropologo Annibale Salsa e la docente universitaria Giovanna Segre.
ll riconoscimento UNESCO delle Dolomiti del 26 giugno 2009, qualificando a livello mondiale l'eccezionalità di queste montagne, ha portato un importante elemento di innovazione nella gestione territoriale: identificarsi in un territorio unico, che come tale va valorizzato, promosso e tutelato. La gestione partecipata e congiunta di diverse entità territoriali e livelli amministrativi (le Provincie autonome di Trentino e Alto Adige, le Provincie di Pordenone, Udine, Belluno e le rispettive Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto) di un bene unico e prezioso quali le Dolomiti tramite la costituzione della Fondazione può rappresentare una soluzione, seppur in scala ridotta e con le dovute particolarità, al dualismo "sovranità-conflitto", oggetto di questa edizione del Festival dell'Economia.
La Fondazione Dolomiti Unesco, infatti, nasce proprio per anticipare e risolvere all'origine le possibili difficoltà e "conflitti" tra i diversi attori in campo e per trovare soluzioni condivise e partecipate per valorizzare al meglio il patrimonio delle cime dolomitiche, le sue comunità e territori. "La sfida iniziale più grande della Fondazione - ha esordito Gilmozzi - è stata inevitabilmente quella di facilitare rapporti e governance tra i soggetti coinvolti. La politica e la Fondazione, hanno trasformato possibili conflitti tra diversi territori - anche di colore politico differente - in dialogo, ciò che poteva rappresentare uno scontro, in incontro e confronto. Certo, la strada è ancora lunga, ma siamo convinti della bontà della Fondazione e dei risultati che potrà conseguire per tutti i territori e le comunità che hanno creduto in questo progetto".
Allo studio, infatti, la Fondazione ha già pronti alcuni progetti, dal turismo, alla formazione alla promozione unitaria. "Occorre capire e far capire che senza cultura non si costruisce paesaggio - ha ribadito Gilmozzi insieme al collega Pichler Rolle -. Investire in formazione e cultura è il primo passo che deve compiere e ha già compiuto al Fondazione, con l'istituzione del primo master universitario in gestione dei beni naturali Unesco". Ma si pensa anche di accentrare alcune azioni di marketing e di promuovere il brand Dolomiti in modo unitario, per poi quindi armonizzare anche le politiche del paesaggio, del territorio e dell'ambiente. "Anche in questi aspetti le differenze tra i territori sono evidenti - ha continuato Pichler Rolle - e su questi elementi la cooperazione tra le comunità all'interno della Fondazione sarà ancora più utile, bella e interessante. Ora, insieme, potremo raggiungere obiettivi e dare prospettive e visione alle nostre comunità e territori che singolarmente nessuno sarebbe stato in grado di raggiungere. E' da queste premesse che l'azione della Fondazione deve continuare e prendere forza".
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SOVRANITA' IN CONFLITTO: LA FONDAZIONE DOLOMITI UNESCO MODELLO CUI GUARDARE
"La Fondazione Dolomiti Unesco rappresenta quell'innovativo e concreto modello di governance che i cittadini auspicano un giorno diventi l'Europa nella sua azione politica". Le parole del giornalista e scrittore Piero Badaloni condensano bene quanto è emerso dall'incontro "Dolomiti UNESCO, un modello di gestione sovraregionale" svoltosi stamane in Sala Filarmonica a Trento per il format "Confronti".-