Martedì, 21 Agosto 2012 - 02:00 Comunicato 2493

Oggi a Tablat sull'Altopiano di Lavarone
SIMONE CRISTICCHI TRA IMPEGNO E IRONIA

È andato in scena questo pomeriggio il concerto del cantautore romano. Un'ora e mezza di musica di fronte a un pubblico di oltre mille persone-

L'Italia e la storia, ma anche i sentimenti e l'impegno civile sono stati al centro del bel concerto proposto oggi da I Suoni delle Dolomiti. Ad esibirsi sugli ampi prati di Tablat, sull'Altopiano di Lavarone, è stato il musicista e cantautore Simone Cristicchi. Un mix intrigante di impegno e ironia, di musica e parole, di storie minime e testi importanti come il commento alla Costituzione italiana di Pietro Calamandrei o il testo di Boris Vian "Il disertore". Su tutto è sembrato aleggiare un messaggio importante sia per l'autore sia per tutti i presenti: il desiderio di un mondo, o almeno di un Paese, migliore e più giusto, ispirato ai principi che la Carta fondativa della nostra Repubblica sancisce sin dai primi articoli.
La cosa straordinaria è stata che Cristicchi è riuscito a fare tutto questo con grande leggerezza sin dalla rivisitazione rock della canzone "L'italiano", cui sono seguiti brani più densi sempre sapientemente intervallati da situazioni leggere e proposti con uno spiccato senso teatrale. E quindi eccolo a camminare su e giù, davanti ai suoi strumentisti, mimando passi, marce, danze quasi a dire che il mondo passa di lì ma non si ferma e per raccontarlo, anzi cantarlo, bisogna corrergli dietro o almeno percorrerlo. E lui sembra proprio impegnarsi in questo proponendo in musica la situazione di diplomati e laureati con futuro e presente incerti ne "La studentessa" o la categoria, se per le persone abbia senso poi usare questi termini, dimenticata degli anziani. Lui che ci ha passato un bel po' di tempo per le sue canzoni, li canta e li descrive con tenerezza e ironia: la coppia eternamente innamorata de "L'ultimo valzer" che racconta un sentimento che supera il tempo; l'amore di Carmela, classe 1917, per il fratello disperso in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale e persino la denigrazione della guerra come strumento d'offesa ai popoli nella divertente e dissacrante "La guerra dei vecchi".
Proprio la guerra ritorna variamente in altri brani. E lo si può facilmente comprendere visto che Cristicchi ha passato gli ultimi due anni a portare nei teatri lo spettacolo "Li romani in Russia". Davanti a un pubblico attento e partecipe ha letto la poesia "Mio nonno", nella quale la morte del parente, caduto durante il secondo conflitto mondiale, si ripete simbolicamente ogni volta che qualcosa favorisce la perpetuazione delle guerre: dal commercio delle armi alla creazione di ingiustizie e alla creazione di una finta pace.
Cristicchi pesca spesso dalla realtà: racconta ne "La piastrina" l'impegno di una coppia di italiani che negli ultimi anni attraversa il paese per restituire alle famiglie le piastrine di duecento scomparsi dell'ARMIR, recuperate in Russia; propone una serie di improbabili ed involontariamente esilaranti annunci tratti dalle bacheche parrocchiali. Non mancano alcune curiose incursioni in altri generi sonori come la versione italiana di "Stelutis Alpinis" o la tradizionale "Volemo le bambole", cui si è aggiunta anche una commovente "Io che Amo" di Sergio Endrigo. Tra i classici del suo repertorio ecco "Che bella gente" e la sanremese "Ti regalerò una rosa" proposta in un richiestissimo bis. Molti i momenti di particolare intensità. Tra questi il canto "Bella ciao" cantato da tutti i presenti già così conquistati da Cristicchi da passare le ultime canzoni in piedi a cantare ed applaudire.
Info: www.isuonidelledolomiti.it -