"Considerata la complessità della disciplina in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché l'esigenza di omogeneizzare i comportamenti valutativi degli stessi luoghi di lavoro - spiega l'assessore Rossi - abbiamo ritenuto necessario mettere a disposizione di committenti e progettisti una raccolta di elementi, non espressi nel decreto 81/2008, o direttamente interpretativi della stessa, utili ad indirizzare i professionisti verso una corretta applicazione delle norme e che costituiscono un punto di riferimento sufficientemente preciso per quanto attiene ai requisiti minimi connessi all'obiettivo di tutela e sicurezza nel contesto lavorativo. Il provvedimento nulla innova rispetto al decreto legislativo, che rimane norma di riferimento, ma riprende elementi già adottati nella pratica espressione di pareri, di autorizzazioni o di deroga da parte dei servizi competenti dell'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari , in sintonia anche con quelli presenti in analoghi elaborati di altre Regioni e fa riferimento a normative tecniche o prassi consolidate".
Il documento (in allegato) - elaborato da un apposito gruppo di lavoro costituito presso il Dipartimento Prevenzione dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e condiviso prima dell'odierna approvazione da parte della Giunta provinciale dalle associazioni di categoria, ordini professionali, collegi ed amministrazioni locali - è articolato in 6 capitoli relativi a: strutture edilizie, servizi, sicurezza e comfort, requisiti specifici per locali destinati ad uffici, requisiti specifici per locali destinati al commercio, locali interrati e seminterrati. In aggiunta si riporta il testo dell'allegato IV del D.Lgs 81/08.
Alcuni esempi aiutano a comprendere meglio la portata del documento approvato oggi dalla Giunta provinciale.
Una legge nazionale degli anni Cinquanta prevede che nei locali interrati e seminterrati non si possano esercitare attività lavorative. Il decreto 81/2008 prevede la possibilità di adibire tali locali a luoghi di lavoro solo tramite una richiesta obbligatoria di autorizzazione in deroga, cosa però non necessaria quando l'utilizzo di detti locali è richiesto da particolari "esigenze tecniche". Quali? Lo spiega, definendo con puntualità cosa si intende per piano interrato, seminterrato, assimilabile ad un piano fuori terra, assimilabile a locale fuori terra, il documento delle linee guida, facendo riferimento alla lavorazione di particolari formaggi, alla coltivazione di funghi e all'affinamento/invecchiamento dei vini.
Per quanto riguarda le cantine vinicole, per altro, il documento non detta alcunché, rimandando alle già chiare disposizioni dettate dalla Giunta provinciale nel novembre 2010 (delibera n.2568 del 12 novembre 2010).
Altra questione affrontata dal gruppo di lavoro che ha redatto il documento: non c'era fino ad ora la distinzione tra destinazione dei locali ad uso industriale o commerciale, con il risultato che spesso si richiedevano per i locali commerciali gli stessi requisiti di quelli industriali. Le Linee guida trentine distinguono invece tra i locali ad uso produttivo, locali di lavoro non presidiati (depositi, magazzini), locali ad uso commerciale e locali destinati ad ufficio, indicando per ogni tipologia i parametri numerici richiesti (superando dunque l'indeterminatezza interpretativa conseguente alla non chiara definizione, contenuta nel decreto 81/2008, dei concetti di "sufficiente", "adeguato" ecc.) per l'illuminazione diretta e artificiale, l'aerazione, il riscaldamento, ecc. Ulteriore distinzione viene fatta tra locali commerciali nuovi e già esistenti.
Da questi esempi si comprende dunque come il problema del decreto 81 fosse la vaghezza di concetti giuridici che rendeva complicato il lavoro dei professionisti ma anche quello dei valutatori. Ora, con le nuove Linee guida l'obiettivo della standardizzazione dei percorsi e di disporre di un quadro tecnico unico e valido per tutti è stato raggiunto. Un notevole passo avanti, dopo un'impasse che durava da dieci anni. (cz) -