I sacrifici che il Governo ha chiesto agli italiani potrebbero, insomma, rivelarsi inutili. Se poi l'austerità, sostiene l'autore de "La cura letale" (Bur Rizzoli), è perseguita simultaneamente in tutti i paesi europei, i suoi effetti di depressione delle economie si amplificano e la crisi si avvita su se stessa. Come uscire allora da questa impasse? La strada maestra, suggerisce il curatore del blog phastidio.net, è quella di una maggiore integrazione europea. Un'integrazione dei sistemi bancari, con un'unica autorità di sorveglianza ma soprattutto una maggiore integrazione fiscale. E' arrivato il momento di dare una svolta politica all'unione monetaria che, da sola, non rafforza il sistema, ma consolida la crisi. Solo andando verso un'unità federale vera e democratica dell'Unione Europea potremo evitare il tracollo. Solo dando una decisa accelerazione alla creazione degli Stati Uniti d'Europa ci potremo salvare. Ovviamente, sottolinea Seminerio, con tutte le precauzioni e le cautele da prendere per le differenze tra noi europei e gli americani. Tuttavia, nazionalismi e particolarismi sono ancora troppo forti per poter verosimilmente sperare nella soluzione più logica per evitare la rovina più totale. Le prospettive, detto in parole povere, sono tutt'altro che rosee. Il tempo a disposizione, ormai, quasi scaduto.
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SEMINERIO: TIRARE LA CINGHIA POTREBBE ESSERE INUTILE
L'economia italiana rischia il collasso e attingere massicciamente dalle tasche dei cittadini non è la soluzione per uscire dalla crisi. L'ennesima stagione del "rigore", inaugurata dal governo Monti sotto la pressione di un'Europa dietro la quale vi sono le ansie e le reticenze della Germania, e l'eccessivo prelievo fiscale non sono altro che un palliativo già visto in passato che non ha portato a nessun beneficio. Una cura letale che non solo aggrava la malattia, ma la rende pericolosamente contagiosa. "Non è attraverso una politica fiscale aggressiva che il nostro Paese potrà rinascere - afferma Mario Seminerio, analista macroeconomico - bensì grazie al lavoro". Quello di cui l'Italia ha bisogno sono imprese libere dalla rete della burocrazia e della corruzione; un sistema di tassazione che premi chi produce e non chi gestisce una rendita; una visione politica coraggiosa, che sappia mettere in campo riforme autentiche.-