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Samatha Cristoforetti, assieme agli altri due astronauti, ha visitato la sezione dedicata al trattamento dei tumori e le strutture meccaniche e tecniche che ne permettono la movimentazione. Successivamente le sono state brevemente esposte le attività di ricerca svolte a Trento, in particolare nel campo della radiobiologica. Un breve passaggio è stato dedicato alla sezione di imaging (RM e TAC) e alla sezione di anestesia per la preparazione dei pazienti. Il percorso è stato seguito con molta attenzione dai tre astronauti, interessati sia alla parte riguardante la ricerca sia a quella riguardante più propriamente l'uso clinico della protonterapia.
La protonterapia è una forma particolare di radioterapia che utilizza, al posto dei raggi-X ad alta energia (fotoni), particelle elementari dotate di massa e carica (protoni). I protoni rilasciano la loro energia nei tessuti irradiati in maniera caratteristica: la dose è infatti depositata quasi interamente, con estrema precisione, nello spazio di pochi millimetri. Questa proprietà li rende particolarmente adatti alla somministrazione di dosi elevate al tumore, risparmiando al contempo i tessuti sani circostanti la lesione.
L'Unità Operativa di Protonterapia di Trento si occupa di trattamenti radianti con fasci di protoni per neoplasie selezionate sia in pazienti adulti che pediatrici; attività di consulenza sulle patologie per le quali è potenzialmente indicato il trattamento con protoni compreso l'invio a specifici Centri di trattamento; partecipazione a gruppi di lavoro aziendali multidisciplinari su patologie selezionate; organizzazione e partecipazione ad una rete scientifica collaborativa nazionale ed internazionale funzionale allo sviluppo della nuova attività.
Le principali patologie trattate sono i tumori cerebrali e della base cranica, i tumori del distretto cervico–cefalico e i sarcomi.
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