Il Premio
Il Premio letterario Mario Rigoni Stern, alternandosi fra Trentino (Riva del Garda) e Veneto (Asiago) con cadenza annuale, intende promuovere la fratellanza ideale che vi è tra le montagne e le sue popolazioni. Per questo motivo, il Premio è aperto a tutte le lingue parlate sull'arco alpino. Nelle due sezioni di saggistica e narrativa il Premio cerca di individuare temi specifici: il paesaggio alpino, le attività produttive tradizionali, il contesto socioculturale delle comunità alpine, la caccia, la guerra in montagna come scenario doloroso della storia, il patrimonio narratologico alpino. L'obiettivo del Premio è quello di farsi promotore, attraverso la letteratura, di quell'insieme di valori e tradizioni che hanno fatto delle Alpi un territorio peculiare, ben riconoscibile nel contesto nazionale ed europeo. Attraverso il Premio Rigoni Stern si vuole rendere omaggio alla scrittura e alla vita di Mario Rigoni Stern, rilanciando allo stesso tempo l'immagine delle Alpi come scrigno di valori, non solo paesaggistici e ambientali ma soprattutto umani. La scelta di aprire il Premio a tutte le lingue delle Alpi rappresenta, in questo senso, il tentativo coraggioso di superare le barriere linguistiche, coinvolgendo tutte le comunità interessate e facendo della letteratura il collante più adatto e immediato. Lungi dal guardare al solo territorio alpino, il Premio Mario Rigoni Stern si pone in prospettiva europea, riconoscendo la bontà e genuinità dei valori alpini per il processo di integrazione dell'Unione.
I promotori e la giuria
Il Premio Mario Rigoni Stern, sezione narrativa, è promosso da Ars Venandi, famiglia Rigoni Stern, Provincia Autonoma di Trento, Regione Veneto, Comuni di Asiago e di Riva del Garda, Fierecongressi di Riva del Garda, Museo degli usi e costumi della gente trentina, Federcaccia, Banca di Trento e Bolzano.
L'entità del premio, sia per la sezione saggistica che per la sezione narrativa, è di 10.000 euro. A questa prima edizione della sezione narrativa hanno partecipato 43 autori, che hanno presentato le opere in lingua italiana, francese (4), slovena (2), tedesca (2). Tra le case editrici rappresentate anche nomi quali Mondadori, Mursia, Marsilio, San Paolo Edizioni, Priuli&Verlucca.
Alberico Rigoni Stern, primogenito dello scrittore di Asiago, è presidente del comitato promotore del premio. La Giuria del Premio Mario Rigoni Stern, sezione narrativa, è così composta: Eraldo Affinati, curatore del "Meridiano" sull'opera completa di Mario Rigoni Stern; Marie Hélène Angelini, già docente di italianistica e traduttrice in francese di varie opere di Rigoni Stern; Fernando Bandini, poeta, già professore di filologia romanza e presidente dell'Accademia Olimpica di Vicenza; Margherita Detomas, giornalista, scrittrice e membro accademico del Gruppo italiano scrittori di montagna; Paolo Rumiz, scrittore, giornalista e inviato in zone di guerra; Graziano Riccadonna, storico e insegnate (coordinatore della Giuria).
La cerimonia
La cerimonia di consegna del Premio Mario Rigoni Stern, che si terrà sabato al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda, sarà così strutturata: alle 18 spettacolo del gruppo teatrale EOS di Bolzano "I passi di Mario Rigoni Stern", con letture espressive tratte dalla letteratura dell'autore a cura di Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia, musiche composte ed eseguite da Emanuele Zottino e regia di Lorenzo Merlini. Dopo il buffet con i piatti tipici dell'Alto Garda, la serata entrerà nel vivo con la cerimonia di conferimento del premio (a partire dalle 21).
Durante la cerimonia, presentata da Alessandro Anderloni, sarà proiettato un video in omaggio a Mario Rigoni Stern, verrà lasciato spazio agli interventi delle autorità e alla lectio magistralis del professor Pier Paolo Viazzo dell'Università di Torino, saranno letti alcuni brani del romanzo vincitore (Notturno sull'Isonzo, edizioni San Paolo 2011) e sarà presentato Alojz Rebula, autore vincitore di questa edizione. La consegna del premio da parte del presidente del comitato Alberico Rigoni Stern avverrà a conclusione della serata.
Per le televisioni interessate sarà possibile, contattando l'ufficio stampa, ricevere entro le ore 12 di domenica 1 aprile una cassetta con circa 5 minuti di immagini della cerimonia.
Le motivazioni
La Giuria del Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi, sezione narrativa, assegna la prima edizione del Premio allo scrittore Alojz Rebula per l'opera Notturno sull'Isonzo, traduzione di Nokturno za Primorsko. Il premio è dedicato alla memoria di Mario Rigoni Stern, scrittore di Asiago nato nel 1921 e scomparso nel 2008, autore di opere che hanno fatto la storia della letteratura italiana quali Il sergente nella neve, Il bosco degli urogalli, Ritorno sul Don, Storia di Tönle, Le stagioni di Giacomo.
L'opera viene definita come il capolavoro di Rebula sul coraggio e la determinazione di chi ha sacrificato la propria vita per difendere la dignità umana. Come la passata edizione era stata attribuita a un autore di lingua francese, ma operante sul versante transfontaliero italo-francese (il valdostano Alexis Bétemps, che aveva vinto nella sezione saggistica), così questa edizione intende premiare un autore di lingua slovena, ma attivo sul versante italo-sloveno.
Con la sua opera l'autore rappresenta, nel contesto culturale poliglotta che fa riferimento all'arco alpino, un'espressione particolarmente significativa del territorio e delle sue genti, cogliendo in maniera approfondita il messaggio del premio intitolato a Mario Rigoni Stern e inteso a perpetuare i valori di fratellanza tra i popoli, di rispetto dell'ambiente, di umanità alpina. Per il futuro dell'Europa questo messaggio risulta particolarmente attuale e di stimolo per le giovani generazioni.
L'opera
In Notturno sull'Isonzo (traduzione in italiano realizzata da Martina Clerici per San Paolo Edizioni, 2011), Rebula riprende il ciclo di romanzi che hanno per protagonista un uomo di chiesa. Esso si ispira alla vita di un parroco realmente esistito, don Filip Terèelj, di cui Florijan Burnik rappresenta l'alter ego letterario. Nel romanzo, l'autore descrive la tragica parabola del sacerdote nel secolo dei totalitarismi: prima confinato dal fascismo nel sud Italia, poi rinchiuso dal nazionalsocialismo in un Lager tedesco, infine brutalmente assassinato per mano comunista. Attraverso la storia di Florijan Burnik, Rebula tratteggia la vicenda di molti altri sacerdoti e cittadini come lui, che hanno operato nel nome della libertà e nella battaglia contro i regimi del Novecento. Spicca, nel romanzo, una costante tensione tra l'uomo e Dio, tra l'uomo e la storia, fino all'ultima e sofferta riconciliazione interiore.
L'autore
Lo scrittore triestino di lingua slovena Alojz Rebula è cittadino italiano e residente a Opicina. Rebula nasce il 21 luglio 1924 a San Pelagio, frazione di Duino-Aurisina, poco distante dall'attuale confine italo-sloveno. Studia nel paese natio, poi ad Aurisina e nel Seminario arcivescovile di Gorizia e Udine. Si laurea in filologia classica all'università di Lubiana nel 1949; nel 1960 nostrifica la laurea con una tesi sulla Divina Commedia nelle traduzioni slovene presso l'Università di Roma. Rebula ha insegnato per molti anni (1949-1989) nelle scuole superiori di lingua slovena di Trieste, perlopiù latino e greco al Liceo classico France Prešeren. È considerato uno degli intellettuali cattolici sloveni più influenti del dopoguerra, attento ai temi profondi dell'avventura umana e cristiana.
A partire dal 1954, anno della prima pubblicazione, Rebula ha pubblicato oltre quaranta volumi di opere letterarie (tradotte anche in italiano, croato, francese, tedesco, inglese e svedese). Vasta e poliedrica la sua produzione, che spazia dalla poesia alla saggistica, dai romanzi ai racconti, dai diari alle biografie, dai trattati di filosofia e teologia ai testi teatrali. Da diversi anni cura una rubrica sul settimanale delle diocesi slovene Družina di Lubiana, collabora con diverse riviste e con i programmi sloveni della Sede RAI di Trieste. Vivace la sua attività di traduttore, dall'italiano, latino e greco classico allo sloveno e dallo sloveno all'italiano. Tra le sue opere ricordiamo, in particolare: La vigna dell'imperatrice romana, Il richiamo al Mediterraneo, Il ballo delle ombre, Nel vento della Sibilla (tradotto in italiano), Guai al legno verde, La colomba selvatica, Nel verde esilio, Domani si passa il Giordano, Jakob Ukmar (biografia scritta in italiano), La peonia del Carso (tradotto in italiano), Notturno sull'Isonzo (tradotto in italiano), Sui fiumi di Babilonia, Il segreto del bosco dei castagni.
Alojz Rebula è stato insignito di importanti riconoscimenti per la sua attività letteraria: in Slovenia gli sono stati conferiti la laurea honoris causa dell'Università del Litorale di Capodistria e il titolo di membro onorario del Senato della Facoltà di Teologia di Lubiana; nel 1995 gli è stato conferito il premio Prešeren, considerato il più importante riconoscimento culturale sloveno; nel 1997 il premio letterario internazionale Racconti del Serra e il premio internazionale Acerbi; nel 2005 il premio letterario Kresnik per il miglior romanzo sloveno dell'anno, andato proprio, alla sua prima uscita, a Nokturno za Primorsko (Notturno sull'Isonzo). Alojz Rebula è membro dell'Accademia slovena delle Scienze e delle Arti e della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi del Pantheon.
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