“Le novità, ovviamente, si applicano gradualmente - ha detto ancora Rossi - e vanno attuate attraverso il confronto, come sta facendo la dirigente del Da Vinci, Valentina Zanolla, che ha convocato il collegio docenti proprio per esprimersi sulla questione. Tuttavia bisogna evitare le posizioni ideologiche e i preconcetti. Occorre guardare al futuro e cogliere i cambiamenti che sono avvenuti nella nostra società. Naturalmente, lo faremo tenendo conto delle esperienze, positive, già maturate nelle scuole trentine e delle invevitabili criticità che ogni novità porta con sé. Si tratta, soprattutto, di un cambio di paradigma culturale – sostiene Rossi – che ci viene richiesto dal mondo delle imprese, ma anche dalle stesse famiglie e da gran parte del mondo della scuola. Dobbiamo sentire la responsabilità di preparare al meglio i nostri ragazzi alle sfide che si troveranno di fronte una volta terminati gli studi e l’alternanza scuola lavoro, così come il progetto trilinguismo, vanno proprio in questa direzione”. “In Europa – ha precisato ancora Rossi – i giovani italiani tra i 15 e i 29 anni sono quelli che meno riescono ad alternare percorsi di studio ad esperienze di lavoro: sono solo il 4%, mentre in Germania il 22%, nel Regno Unito il 17%”.
“Senza dimenticare – conclude il presidente – che la “Buona Scuola” prevede inoltre l’inclusione dell’alternanza scuola-lavoro nella terza prova scritta dell’esame finale di maturità. Diventerà, quindi, una vera e propria materia d’esame, alla quale dobbiamo preparare i nostri studenti”.