“Il Trentino - ha esordito il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi - è soddisfatto dei risultati ottenuti e delle azioni che hanno generato quel messaggio di fiducia fondamentale per estendere il nostro modello di politiche del benessere della famiglia al resto d’Italia. Il Family Audit ha portato alla certificazione di 213 organizzazioni nazionali e nella nostra provincia contiamo 19 Distretti famiglia. Abbiamo lavorato intensamente ma dobbiamo continuare ad investire nella famiglia per garantire un futuro migliore ai nostri figli e alla nostra società”.
Tre i temi, collegati alla famiglia, su cui si è soffermato il presidente: politiche giovanili, lavoro femminile e famiglie numerose. “Le politiche per la famiglia - ha spiegato il presidente Rossi - devono collegarsi alle politiche giovanili. La transizione all’età della maturità da parte dei nostri ragazzi è oggi più complessa. Le ragioni non sono solo generazionali ma anche economiche e sociali. Investire sulla famiglia e sui giovani riduce i costi sociali che dovremmo affrontare se non ci si muove in tempo”.
Nel 2017 l’occupazione femminile è cresciuta del 16% in Trentino. “Il risultato è positivo - ha commentato il presidente Rossi - però ora vogliamo incidere sulla qualità di questa crescita, intervenendo sui servizi di conciliazione, per favorire la natalità e tutelare il rientro sul mercato del lavoro delle madri. Una società in cui le donne lavorano è una società che cresce. E’ questa la frontiera che dovremo esplorare nelle prossime stagioni. Più qualità dei servizi di conciliazioni, quali i servizi all’infanzia e le tariffe sugli asili nido, perché solo con misure mirate garantiremo un futuro alle donne e alle madri”.
Sulle famiglie numerose, il presidente Rossi ha ipotizzato l’introduzione di aiuti diretti legati ad una previdenza complementare fin dalla nascita dei figli: “E’questa l’idea positiva della famiglia che il Trentino vuole esportare nel resto del Paese”.
A margine del convengo, Rossi ha anche accennato alla legge sul benessere familiare che ha portato In Trentino all’introduzione di interventi di sostegno economico dedicati alle famiglie, come l’eliminazione dell’Imis sulla prima casa e dell’addizionale Irpef per soggetti con reddito fino a 20.000 euro, l’agevolazione sull’addizionale per chi ha figli a carico e reddito tra i 20.000 e i 55.000, nonché le agevolazioni tariffarie per i servizi della prima infanzia, gli asili nido pubblici, le tagesmutter e i buoni di servizio.
Un’altra misura riguarda l’assegno unico. “Non è un semplice strumento di contrasto alla povertà - ha detto Rossi -, ma costituisce una risposta innovativa e agile ai bisogni espressi dalle persone e dalle famiglie residenti sul nostro territorio. Si tratta di una misura “universalistica”, che consente a tutti i nuclei familiari di raggiungere una condizione economica sufficiente a soddisfare l’insieme dei propri bisogni”. L’assegno unico assorbe all’incirca 75 milioni di euro, risultato della convergenza di tutte le risorse ad oggi dedicate al reddito di garanzia, all’assegno regionale, al nucleo familiare, all’abbattimento delle tariffe degli asili nido e tagesmutter, all’assegno integrativo invalidi.
Nel suo intervento, il presidente ha ringraziato l’impegno di tutte le realtà che operano in Trentino a favore della famiglia, a partire dall’Agenzia provinciale. Oltre alle associazioni l’impegno per le famiglie investe anche i Comuni. “Grazie all’impegno e alla dedizione con cui le amministrazioni comunali si sono applicate nel progetto di certificazione ‘Family in Trentino’ - ha aggiunto a questo proposito Rossi -, possiamo oggi affermare con orgoglio che il 90% della popolazione trentina vive in un Comune attento alle necessità e al benessere delle famiglie. In Trentino sono 83 i Comuni certificati ‘Family in Trentino’. Visti i risultati raggiunti, sarà indispensabile ora mantenere questo status d’eccellenza fidelizzando gli enti partner, sostenendo la relazione di reciprocità tra la Provincia e le amministrazioni comunali, consci che, senza un efficace e aggiornato lavoro di “rete” non nascono valide iniziative a favore del benessere dei nuclei familiari. La comunità tutta è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità e a tenere vivo questo fertile humus che tanto ha arricchito il nostro territorio, in primis da un punto di vista culturale, attribuendo alle politiche familiari un carattere di trasversalità, visto che in ogni azione governativa si annovera una ricaduta diretta o indiretta nella dimensione familiare”.