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"È grazie ad iniziative come questa - ha spiegato Rossi - che anche il Trentino ravviva lo stimolo a continuare a svolgere il ruolo che la storia gli ha consegnato, nel suo essere cerniera fra Mitteleuropa e Mediterraneo, anche a fronte di scenari imponenti e di difficile gestione come quelli che gli attuali equilibri geopolitici e sociali ci stanno imponendo". Ne è un esempio attuale quanto l'Austria intende attuare per gestire il flusso dei profughi con decisioni che rischiano di "portare indietro le lancette della storia" ripristinando - in quale misura si vedrà - quel confine al Brennero per l'abbattimento del quale - ha detto Rossi - "abbiamo lavorato tanto". "Ma per questa visione di collaborazione transfrontaliera che si chiama Euregio continueremo a lottare, consapevoli però che la prima cosa da sconfiggere è la tentazione che nelle nostre menti si radichi l'idea che la soluzione a questi fenomeni sia la chiusura in se stessi"."Per questo in Trentino cerchiamo sempre di non tirarci indietro - ha aggiunto Rossi ricordando la collaborazione con la comunità S. Egidio che ha permesso di ospitare 35 profughi siriani giunti in città grazie ad un corridoio umanitario - lavorando principalmente su due versanti: da un lato, la formazione della nostra classe dirigente; dall'altro, la conferma - nonostante tempi meno floridi che nel passato - dell'impegno finanziario a sostegno della cooperazione internazionale, rivolgendo l'attenzione prima di tutto verso i Paesi da cui i fenomeni migratori hanno origine"."La sfida - ha concluso Rossi - è quella di riuscire a far nascere nei popoli lungo tutte le sponde del Mediterraneo la consapevolezza che la soluzione non sono integralismo e fanatismo, ma il rispetto delle identità di tutti. Ed è una sfida da aggredire creando anzitutto una classe dirigente che questi valori li sappia praticare". (Gp)