
La Provincia - con il suo presidente Ugo Rossi e in suo vicepresidente, anche assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi - sottolinea a questo proposito come in Trentino il problema delle diseguaglianze sia sempre stato al centro degli interventi dell'amministrazione, come provano tutte le misure messe in campo dall'inizio della crisi, quindi dal biennio 2008-2009, ad oggi, sia sul fronte del welfare che su quello del lavoro. Ulteriori indagini aiuteranno a capire come e in che misura le dinamiche di crescita che pure si sono iniziate a registrare nell'ultimo periodo abbiano inciso nelle diverse fasce della popolazione, ma viene escluso che esse si siano tradotte solo in benefici per chi già percepiva redditi alti. Va inoltre considerato, come rileva l'assessore alla salute e solidarietà sociale Luca Zeni, che le persone che si rivolgono ai servizi sociali, e che quindi presentano una situazione di particolare fragilità sociale ed economica, sono all'incirca 26.000 persone, meno del 5% della popolazione trentina. Accanto al prezioso lavoro dei servizi, in una dinamica di prevenzione, promozione e inclusione sociale, numerosi e significativi sono inoltre i progetti di welfare di comunità che insieme al terzo settore ed ai cittadini, perseguono il miglioramento del benessere sociale e collettivo, valorizzando la centralità delle relazioni e la necessità di ridurre il più possibile le forbici sociali.
A questo proposito, è interessante dare uno sguardo all’Assegno unico provinciale, il nuovo strumento di welfare, dal carattere fortemente innovativo, entrato a regime il 1° gennaio. Uno strumento che, anche rispetto al Rei nazionale, prevede coperture più ampie, con l'intento di combattere proprio il rischio povertà, ovvero di intervenire anche sulle situazioni ancora distanti dalla povertà conclamata, al fine di prevenire un loro peggioramento.
Alla fine di gennaio sono stati presi in carico poco più di 33.000 nuclei familiari, per una spesa complessiva annua di euro 67 milioni. I nuclei che hanno diritto alla quota di sostegno al reddito sono 8.600, quelli che ricevono la quota per il mantenimento dei figli sono 28.600 mentre i nuclei con persone invalide sono 4.200. Sono stati, inoltre, effettuati nei tempi previsti i pagamenti delle mensilità di gennaio e febbraio, interessando 32.500 nuclei familiari per una spesa complessiva di circa 11 milioni di euro. Infine si evidenzia come 2523 nuclei familiari possano ora beneficiare anche della quota di sostegno al reddito grazie all’innalzamento della soglia di accesso Icef da 0,13 a 0,16. Attenzione: non si tratta di 2.500 nuclei familiari "in più" all’interno della fascia di povertà, ma nuclei che ora posso accedere del sostegno al reddito perché con l’assegno unico si è ampliata la platea dei beneficiari, andando a comprendere anche chi in precedenza, quando vigeva il reddito minimo di garanzia, sarebbero rimasti fuori perché la soglia di accesso era collocata su livelli più bassi (si doveva cioè essere più povero per averne diritto). L'intento è ovviamente quello di consolidare la situazione di queste famiglie e prevenire eventuali "scivolamenti" verso la povertà.
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