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Secondo le prime stime effettuate, il rientro dei capitali di competenza trentina ammonterebbe a circa 46,4 milioni per i quali è prevista la creazione di un gettito fiscale a favore delle casse provinciali che si aggira fra gli 8 e i 9 milioni di euro.
“A differenza di quanto apparso su alcuni organi di informazione – precisa Rossi - si tratta di fondi che non perderemo". A sostegno di questa tesi arriva anche il recente pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso presentato dalla Valle d’Aosta: nella sentenza del massimo organo di garanzia costituzionale si sottolinea infatti che le riserve all'erario si possono formare solo sui nuovi tributi o sulla maggiorazione di quelli esistenti, mentre la tassazione dei capitali rientrati rientra nel campo dei tributi ordinari.
“Se il Ministero dell’economia e delle finanze – conclude Rossi – la pensa in maniera diversa ed emetterà un decreto ad hoc sui criteri di riparto sul territorio nazionale delle somme incassate dal rientro di capitali, noi impugneremo il provvedimento di fronte al Tar del Lazio. E dalla nostra parte avremmo proprio la sentenza della Corte Costituzionale che si esprime in maniera chiara sull'argomento”.