Il piano è stato approvato nel 2012 in sede di Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano; la scelta del Trentino è stata quella di recepirlo, unitamente all'approvazione dei modelli organizzativi di riferimento per la presa in carico integrata dei pazienti. Sono stati quindi elaborati due piani diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA), condivisi con la Commissione provinciale delle attività diabetologiche e aggiornati con il contributo delle associazioni. Questi Piani, oggi approvati dalla Giunta provinciale, sono modelli organizzativi che rappresentano la traduzione del Piano nazionale dal punto di vista procedurale, contestualizzato sul territorio trentino.
Il PDTA dell’adulto rappresenta il risultato della sintesi del lavoro fatto nell'arco di 3 anni con circa 20 specialisti, il cui intento è creare uno standard ordinario di presa in carico del paziente diabetico di tipo 2, ovvero nell'età adulta. La standardizzazione delle procedure di gestione del diabete è finalizzata a dare il livello di assistenza migliore possibile su tutto il territorio, anche in termini di appropriatezza. Il piano elaborato delinea 3 livelli di assistenza: medici di medicina generale, centri diabetologici e alcuni centri di riferimento.
Il PDTA pediatrico è un piano di presa in carico di soggetti molto giovani, affetti dal diabete di tipo 1, fra le peculiarità del Piano:
- l'età dei diabetici interessati da questa proposta di piano è quella “pediatrica” e quindi dai 0 ai 18 anni; i soggetti che accedono all'unità operativa di diabetologia pediatrica per la prima volta hanno un’età dai 0 ai 14 anni e lo fanno attraverso il pronto soccorso o una prima visita ambulatoriale. I pazienti già in carico presso il centro sono seguiti fino ai 18 anni. I soggetti che all'esordio hanno più di 14 anni vengono assegnati direttamente al centro diabetologico per adulti;
- è previsto il team multidisciplinare con l’impegno dedicato da ogni figura professionale coinvolta alla specifica patologia;
- sono previsti i campi scuola (6-12 anni, 12-18 anni e weekend educativo per genitori), quali luoghi di educazione terapeutica, nel quale si conoscono meglio i ragazzi sotto molteplici aspetti, e i genitori possono condividere le loro esperienze e sentimenti;
- l'obiettivo è garantire un buon inserimento scolastico del bambino con diabete; sono previsti progetti educativi di gruppo per insegnanti e per colloqui individuali nelle singole scuole qualora venga richiesto;
- è stata istituita la figura dell’infermiere dedicato, che ha un ruolo fondamentale nell’educazione terapeutica;
- Il Piano è stato aggiornato alla luce delle più recenti linee guida dal punto di vista di esami e consulenze di screening.
Il diabete
Il diabete è una delle patologie croniche a più ampia diffusione nel mondo, in particolare nei paesi industrializzati. Le cause di quella che viene definita come una vera e propria epidemia sono in almeno quattro fattori: proliferare di abitudini alimentari scorrette; crescita del numero di persone obese o in sovrappeso; affermarsi di stili di vita sempre più sedentari; invecchiamento della popolazione. Secondo l'International Diabetes Federation, nel 2010 sono oltre 284 milioni le persone nel mondo affette da diabete e si prevede che nel 2030 saranno 438 milioni, analogamente il tasso di prevalenza globale aumenterà dal 6,4% del 2010 al 7,7% del 2030. Non è da sottovalutare che il diabete sia destinato a diventare la causa maggiore di disabilità e di mortalità nei prossimi venti anni: l’OMS lo ha, quindi, inserito tra le patologie su cui maggiormente investire, dato il crescente peso assunto anche nei Paesi in via di sviluppo. Poiché il numero di persone affette da diabete è in costante crescita in tutto il mondo, i costi per la cura di questa malattia rappresentano una quota costantemente in aumento nei budget di tutti i Paesi. Per di più, le gravi complicanze che esso provoca si traducono in elevati costi sanitari, tanto che nel 2010 hanno determinato il 10-15% dei costi complessivi dell’assistenza sanitaria.
Attualmente, in Italia, vivono almeno tre milioni di persone con diabete (5% della popolazione), cui si aggiunge una quota di persone, stimabile in circa un milione, che, pur avendo la malattia, non ne è a conoscenza. Le disuguaglianze sociali incidono fortemente sul rischio diabete, come per le altre malattie croniche: la prevalenza della malattia è, infatti, più elevata nelle classi sociali più basse. La prevalenza del diabete aumenta con l’età fino al 19,8% nelle persone con età uguale o superiore ai 75 anni. Nelle fasce d’età tra 35 e 64 anni la prevalenza è maggiore fra gli uomini, mentre oltre i 65 anni è più alta fra le donne. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, la prevalenza è più alta nel Sud e nelle Isole, con un valore del 6,0%, seguita dal Centro con il 5,1% e dal Nord con il 4,0%.
Il diabete è una malattia cronica con elevati numeri anche in provincia di Trento, dove ci sono più di 25.000 casi; l'obiettivo dei PDTA approvati dalla Giunta provinciale, condivisi con la Commissione provinciale per il diabete, è quello di costruire percorsi diagnostici, cercare di prevenire l'insorgere della malattia o, nel caso essa sia già presente, fermare il suo aggravamento.