Ma i risultati presentati sono anche un punto di partenza per il futuro: “Ci stimolano al cambiamento, ancora più velocemente” ha proseguito Zeni. “La società cambia, la popolazione invecchia, aumentano le cronicità, i problemi delle famiglie aumentano. Ecco perché occorre reimpostare continuamente anche la sanità. Oggi l'urgenza è aumentare ancora di più l'integrazione tra ospedale e territorio, aumentare i servizi territoriali, quelli per gli anziani, per le cronicità, per le demenze. Una serie di problemi che le famiglie affrontano quotidianamente e che le istituzioni devono aiutare a superare".
Dal rapporto CREA 2018 emerge che il servizio sanitario della Provincia autonoma di Trento può vantare 5 fattori caratteristici:
- favorevoli condizioni socio-economiche, con una popolazione in media più giovane, istruita e benestante di quella media italiana, ma anche in miglior stato di salute: condizioni che, in futuro, dovranno confrontarsi con un rapido invecchiamento ed una crescita in termini numerici
- un finanziamento del settore salute pubblica significativamente maggiore della media nazionale e orientato a promuovere l’integrazione socio-sanitaria, realizzando livelli di tutela superiori a quelli garantiti dai LEA a livello nazionale
- livelli di offerta, specialmente nell’ambito riabilitativo e residenziale, estremamente più alti della media nazionale
- una spesa sanitaria, sia pubblica che privata, superiore al quella media nazionale, ma coerente sia con l’equilibrio finanziario pubblico, sia con i livelli di sviluppo economico della Provincia
- in generale, una buona efficienza nell’erogazione dei servizi, con punte di eccellenza come quella dell’assistenza farmaceutica, ed un elevato grado di tutela pubblica della salute, dimostrata dai limitati impatti sui bilanci delle famiglie.
“Lo straordinario risultato che ci vede quest'anno davanti a tutti è figlio delle scelte fatte negli anni” ha osservato Paolo Bordon il direttore generale dell’Apss. “In particolare è stata premiata la scelta di portare i servizi vicino al cittadino, in sinergia con le comunità locali e di costruire una rete ospedaliera qualificata composta da un lato da ospedali-hub nei quali trattare le patologie più complesse e urgenti, dall'altro da percorsi domiciliari che portano i servizi direttamente a casa del cittadino”.
I risultati offerti da questo ambiente favorevole si tramutano in una migliore qualità di vita per i cittadini trentini: la loro speranza di vita alla nascita è infatti di 6,7 anni superiore alla media nazionale. Anche in termini di disabilità si delinea un quadro migliore di quello del resto d'Italia. Al compimento del 65esimo anno di età, un cittadino trentino può sperare di vivere per ulteriori 10,9 anni senza problemi di salute che ne limitino le attività quotidiane. Tale dato è superiore sia a quello della Provincia autonoma di Bolzano (9,5 anni) sia a quello nazionale (9,8 anni).