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Per l'edizione del premio 2015, intitolato "Crescita e sostenibilità. Un impegno responsabile per il Paese", le categorie che hanno visto premiati progetti trentini sono tre, due dei quali concentrati nella stessa area geografica, la Val di Non.
Il primo premio della categoria 3 – Terza Rivoluzione Industriale nuovi sistemi produttivi è stato assegnato infatti al progetto Melinda grazie al quale sono state realizzate 12 celle per la conservazione delle mele (capacità totale di 10 Mila tonnellate annue) all'interno della miniera di Rio Maggiore.
Il Progetto C.I.ME. rappresenta una novità a livello mondiale per la capacità di sfruttare intensamente una tecnica di questo tipo: la particolare conformazione del sottosuolo permette di sfruttare appieno il potere isolante della roccia nella costruzione delle celle ad atmosfera controllata, generando importanti benefici. Il primo di questi è il risparmio economico con costi di costruzione e di ammortamento che calano del 10%, dimezzamento dei costi energia elettrica nella fase di raffreddamento iniziale che scende addirittura a -85% nella fase di mantenimento. La qualità del prodotto è uguale o superiore a quella dei frutti conservati in epigeo. L'azzeramento dell'impatto ambientale lascia inoltre a disposizione la superficie agricola per le coltivazioni e si preserva il paesaggio rurale e montano, posto che non saranno realizzate ulteriori strutture industriali epigee. Il progetto comporta infine una riduzione dell'impronta ambientale (LCA) e del consumo di acqua, una forte diminuzione dell'uso di gas nocivi, a cui si aggiunge l'azzeramento dell'inquinamento acustico e un impulso all'economia locale con creazione di posti di lavoro e sinergie con le industrie.
All'insegna del risparmio, dell'efficientamento e dell'innovazione anche il primo premio della Categoria 4 – Economia della Condivisione assegnato al "Progetto organizzativo di fusione di cinque Comuni", del Comune di Predaia, realtà comunale con una superficie di 80 KMq costituita da 14 frazioni. Un processo esclusivamente organizzativo che non ha intaccato le identità storiche e culturali delle singole popolazioni ma ha rafforzato un senso di appartenenza comune. Rossi ha ricordato che si tratta di un percorso partito dal basso, che ha coinvolto anche altri Comuni trentini. "abbiamo cercato di spiegare ai cittadini che unire le forze è meglio e che questo non significa privare di identitá le singole comunità, anzi: i campanili non devono separare, ma servire per guardarci più da vicino".
Premio speciale infine all'associazione teatrale trentina interculturale che coinvolge nella Valle dei laghi numerosi giovani che oggi hanno portato a Milano lo spirito del volontariato che contraddistingue il tessuto socio culturale delle nostre comunità. (gp) -