"L'obiettivo del convegno è l'individuazione dei punti di debolezza e dei punti di forza dei sistemi sanitari europei – ha spiegato Luciano Flor, direttore generale dell'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia autonoma di Trento -. Insieme a direttori generali degli Assessorati alla Salute e Sanità di Italia, sigle sindacali ed associazioni di categoria, esperti di assicurazioni e fondi associativi ed esperti di sistemi sanitari europei, si discute di esperienze europee di sistemi sanitari, di rapporto tra pubblico e privato, di assistenza integrativa e prevenzione precoce nel trattamento dei disordini muscolo-scheletrici. In questa interessante giornata si cerca di individuare un modello omogeneo che superi i tradizionali modelli fondativi a fiscalità diretta e misti affinché si trovino comuni regole di qualità ed efficienza nell'elargizione dell'assistenza medica comunitaria".
Presente al Convegno Fit For Work, per sensibilizzare a livello europeo e nazionale la comunità clinica, scientifica, economica e politica sull'importanza della prevenzione precoce nel trattamento dei disordini muscolo-scheletrici, sull'importanza del recupero e del mantenimento della capacità lavorativa quale parametro imprescindibile nella elaborazione dell'ottimale percorso di cura. Perché i dati sul tema parlano chiaro.
Le patologie muscolo-scheletriche, in Italia come in Europa, sono oggi la causa più comune di malattie croniche ad alto potenziale di disabilità con ricadute importanti sulla qualità di vita delle persone. A destare preoccupazione, oltre allo stato di salute dei pazienti, è anche l'impatto economico che si lega a queste patologie andando a pesare sull'intero sistema Paese.
Da un confronto europeo sullo stato di gestione di queste patologie e del loro livello di severità, all'Italia spetta la maglia nera: nel nostro Paese infatti la malattia è lasciata progredire, nella pratica clinica, più a lungo di quanto non accada in altri Paesi, generando un più elevato grado di severità.
Una tale analisi della situazione è sostanziata dai risultati di una indagine condotta nell'ambito del tavolo clinico Fit for Work, che ha preso in esame i dati raccolti nel database METEOR e nel Registro GISEA–Gruppo Italiano Studio Early Arthritis, su Italia, Francia, Irlanda, Olanda, Portogallo, Spagna, Inghilterra e USA.
Per quanto riguarda l'Artrite Reumatoide, considerando l'attività di malattia definita sulla base del Disease Activity Score su 28 articolazioni, la coorte Italiana è quella che presenta il punteggio più elevato pari a 5.5, seguita da Irlanda con 4.8, Inghilterra e Portogallo con 4.2, Stati Uniti con 3.9, Olanda con 3.1, Spagna 2.9 ed infine Francia con 2.5.
Questo problema è riconducibile a diversi fattori tra cui la durata della malattia, l'età del paziente, il livello di scolarizzazione e le sue disponibilità economiche, la puntualità nel cambiare le terapie e soprattutto lo stato dell'organizzazione sanitaria e i tempi di accesso allo specialista Reumatologo.
In Italia il 24,1 % dei pazienti vive in una condizione di disabilità severa contro l'8,7% dell'Irlanda, il 9,5% degli Stati Uniti, il 10% dell'Olanda e il 3,9% della Francia.
La situazione non migliora nel caso dell'Artrite Psoriasica, della Spondilite Anchilosante e delle Spondiliti indifferenziate per le quali si registrano indici di disabilità (indice BASFI) piuttosto severi, rispettivamente di 4.27, 4.31 e 4.19.
Inoltre a distanza di un anno dall'inizio del trattamento, oltre il 60% dei pazienti con disabilità grave ha visto decrescere il proprio livello di disabilità fino a raggiungere un punteggio di BASFI 2, andando quindi in remissione da un punto di vista funzionale.
Un altro tavolo del Convegno trentino è dedicato al tema dei fondi integrativi e delle assicurazioni sociali e private.
La recentissima proposta delle commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera è di incentivare la sanità integrativa, costituita da fondi integrativi, polizze assicurative, collettive ed individuali, per aumentare l'efficienza del sistema sanitario, rilanciare il concetto più volte ribadito della terza gamba del sistema che conduca all'individuazione di un modello europeo misto, tipico delle società complesse ad alta offerta di prestazioni legate alla salute ed alla conseguente integrazione con un nuovo welfare più rispondente all'invecchiamento sociale. Una nuova scommessa per una sanità sostenibile che continui a garantire assistenza alle fasce più deboli. -