Lunedì, 01 Giugno 2015 - 02:00 Comunicato 1349

Terzo appuntamento della rassegna "Cineconomia"
"ROMANZO POPOLARE" DI MARIO MONICELLI

Ieri sera il terzo appuntamento, al cinema Vittoria, con "Cineconomia", la rassegna curata da Marco Onado. Sullo schermo "Romanzo popolare" di Mario Monicelli, una commedia sceneggiata in modo eccelso dallo stesso Monicelli con Age e Scarpelli, premiata con David di Donatello. Il film con grande ironia e amalgama perfetto di ruoli, ambientazioni e intreccio, racconta l'Italia degli anni '70; le lotte proletarie, gli equilibri e disequilibri tra nord e sud del Paese, l'emancipazione femminile e i nuovi costumi che stanno prendendo spazio in una società in grande cambiamento.
Monicelli, con sguardo attento e mai banale guarda alle lotte operaie in un hinterland milanese industriale, in una melodramma dal ritmo incalzante in cui, uno straordinario Ugo Tognazzi interpreta Giulio operaio e sindacalista, sposato con la bella Vincenzina (Ornella Muti). Nella tranquilla vita familiare di emigranti del sud stabiliti nella città, Giulio scoprirà il tradimento della giovane con l'attraente agente della "Celere" Giovanni (Michele Placido – premiato come miglior attore rivelazione con un David di Donatello).-

La trama in breve: L'attempato e scapolo operaio milanese Giulio Basletti sposa Vincenzina Rotunno, sua figlioccia poiché l'ha tenuta a battesimo 18 anni prima nel corso di una fugace trasferta in quel di Montecagnano, in provincia di Avellino. Impegnato nei sindacati e teoricamente aperto alle istanze degli anni '70, il solido lavoratore riesce, col sudore della propria fronte, ad assicurare al piccolo Ciccio e all'appariscente mogliettina meridionale l'appartamento nuovo oltre al frigo, la tv e la 750. Il caso, tuttavia, permette l'ingresso in casa sua del poliziotto Giovanni Pizzuto che con Vincenzina, oltre alla mentalità sudista, ha in comune l'effervescenza dell'età. La simpatia tra i due è inevitabile e l'adulterio scatta puntuale come una cambiale. La gelosia di Giulio esplode nonostante gli anni '70. Una lettera anonima dello stesso Pizzuto lo sconvolge sino ad indurlo a cacciare di casa l'adultera pentita: l'operaio andrà in pensione semiscapolo; il poliziotto formerà una sua famiglia; Vincenzina diverrà un'anonima operaia milanesizzata.
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