Giovedì, 14 Marzo 2013 - 02:00 Comunicato 685

L'iniziativa, che sarà accompagnata da tre mostre, presentata stamane da Accademia della Montagna
RIFUGI IN DIVENIRE, IL 22 E 23 MARZO UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

In Trentino sono 144, tra "alpini" ed "escursionistici"; più di un migliaio, forse più del doppio (non esiste un censimento nè stime attendibili) quelli presenti sulle Alpi. Stiamo parlando dei rifugi di montagna, un tema particolarmente caro ad Accademia della Montagna del Trentino che, dopo il convegno del 2011 focalizzato sull'aspetto della loro gestione, torna sull'argomento proponendo un altro convegno internazionale, il 22 e 23 marzo prossimi alla Sala della Cooperazione Trentina in via Segantini a Trento, dal titolo "Rifugi in divenire: soluzioni architettoniche, funzionalità e ambiente. Esperienze alpine a confronto" con rappresentanti delle regioni che caratterizzano le Alpi e ben tre mostre, allestite presso il Palazzo della Regione, che indagano l'evoluzione degli edifici costruiti in alta montagna. Partner di Accademia della Montagna nell'organizzazione di convegno e mostre sono l'Associazione gestori di rifugi trentini, la Sat, l'Assessorato al turismo e, quale referente scientifico, l'Associazione Cantieri d'alta quota. Stamane, nella Sala stampa della Provincia, la presentazione dell'evento con il presidente dell'Accademia, e gestore di rifugio, Egidio Bonapace, il presidente del comitato scientifico Annibale Salsa, gli architetti Marcello Lubian dell'Associazione "Cantieri d'alta quota" e Winterle, curatore delle mostre.-

Ma cosa sono i rifugi alpini? "Punti d'appoggio" a bassa quota per alpinisti, struttura di ospitalità per i turisti della montagna o manufatti incustoditi che ricevono la visita di pochi temerari alpinisti in un anno? Chi utilizza i rifugi? Ed è meglio ristrutturare o demolire e ricostruire gli edifici di montagna? Integrarli nell'ambiente o, come è già avvenuto, costruire strutture avveniristiche staccate dallo stesso? E' a queste domande che investono il complesso mondo dei rifugi alpini che il convegno intende rispondere.
"I rifugi - ha affermato Egidio Bonapace - saranno sempre un presidio della montagna e sono convinto che svolgeranno negli anni a venire un ruolo importante per il turismo in montagna".
"I nuovi rifugi, però - ha ricordato Annibale Salsa - con le loro architetture avanzate spesso considerate provocatorie, sono diventati terreno di scontro tra i difensori della tipologia costruttiva tradizionale e chi, soprattutto sui versanti transalpini delle Alpi, optano per soluzioni architettoniche avveniristiche, che talvolta creano scandalo. Il rifugio non può però essere pensato come una coazione a ripetere, occorre innestare sulla tradizione scenari nuovi; si tratta di capire come accettare questa nuova tipologia, evitando gli eccessi e salvaguardando comunque i rifugi storici. Dobbiamo insomma miscelare tradizione e innovazione per far sì che la nostra montagna continui ad essere frequentata dall'uomo".

IL CONVEGNO
Il convegno rappresenterà l'occasione per aprire una finestra sulla storia dei rifugi delle Alpi, quelli trentini e altoatesini, costituendo un approfondimento specifico, realizzato in stretta collaborazione con le associazioni alpinistiche locali . Non si limiterà alla restituzione di informazioni storico-tecniche, ma sarà anche un momento per raccogliere testimonianze fra coloro che gravitano intorno al mondo dei rifugi e sono stati artefici e testimoni delle loro trasformazioni. Si tratterà dell'ideale prosecuzione del convegno svoltosi il 20 maggio 2011 sotto l'egida di Accademia della Montagna del Trentino, cui sono seguiti gli atti leggibili sul sito www.accademiamontagna.tn.it ed un manifesto dei rifugi che verrà assunto quale base di partenza per l'elaborazione che si svolgerà durante le due giornate di incontro.
"Sarà un momento internazionale di confronto e crescita culturale in merito alla valorizzazione dell'alta montagna" afferma il presidente di Accademia della Montagna del Trentino. Verranno coinvolte le diverse professionalità - urbanisti, architetti, ingegneri, geometri, agronomi, geologi - in una discussione allargata, in cui gli esperti si troveranno a confrontarsi direttamente con decisori politici, proprietari immobiliari, gestori e frequentatori dei rifugi. Verranno inoltre chiamati a portare il proprio contributo esperti e appassionati di diverse nazionalità dell'arco alpino. Lo sguardo si allargherà dunque dalle esperienze italiane alla varietà di competenze e testimonianze provenienti dal contesto europeo, dando al convegno un respiro internazionale.
L'obiettivo è quello di dare visibilità e voce al mondo della montagna, con attenzione a coloro che la presidiano nella gestione dei rifugi, soffermandosi sull'aspetto architettonico e funzionale, ma anche sugli immaginari turistico-sociali legati a tali strutture, mettendo a confronto le esperienze che caratterizzano le diverse regioni alpine, anche in chiave internazionale.
Venerdì 22 marzo al mattino – nella sessione "Quali utenti per quali rifugi? - si cercherà di capire, grazie anche alle esperienze estere, se i rifugi si possono considerare, in un'accezione allargata, beni culturali in quanto frutto di una "elaborazione collettiva" e luoghi della memoria, ovvero depositari di valori condivisi e stratificati. Si indagherà qual è il pubblico dei frequentatori dei rifugi e come sta cambiando. Ci si chiederà se sono ancora pertinenti i requisiti e le catalogazioni sulla base delle quali si suddividono le strutture ricettive in quota, quali sono i problemi della gestione e quali sono le forme di ospitalità che favoriscono un'educazione alla montagna.
Nella sessione pomeridiana - "Riqualificazione o demolizione/ricostruzione?" – si valuterà come comportarsi operativamente quando le strutture manifestano chiare obsolescenze, quale grado di comfort occorre offrire e, nel caso degli ampliamenti, quale rapporto istituire con i vecchi edifici. Si discuterà anche di come conservare la memoria di fronte alla necessità di demolizione. Ci si chiederà anche se ha ancora senso costruire ex novo.
Sabato 23 marzo, infine, una tavola rotonda porterà esempi virtuosi di costruzione, ampliamento e riqualificazione degli edifici di alta montagna per arrivare a delineare proposte per la stesura di linee guida in continuità con il manifesto dei rifugi del 2011.
Grazie alla traduzione simultanea si potrà seguire il convegno anche in lingua inglese e tedesca; garantita anche la traduzione per non udenti.
L'iscrizione è possibile attraverso il sito di Accademia della Montagna, attività in corso, Rifugi in divenire, modulo iscrizione.

LE MOSTRE
Nella sala del Palazzo della Regione in Piazza Dante a Trento, dal 21 al 28 marzo 2013 sarà visitabile dal pubblico l'esposizione dal titolo "Rifugi in divenire". Si tratta di tre mostre strettamente collegate tra loro e che assieme riescono a fare il punto sulla situazione dell'edilizia d'alta quota.
La prima mostra, a cura dell'associazione Cantieri d'Alta Quota ONLUS, intitolata "Rifugi alpini ieri e oggi", nasce dalla ricerca per il volume "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi". Si concentra sull'evoluzione storica dei rifugi che costellano le Alpi dalla Francia alla Slovenia, con un occhio particolare sui rifugi delle montagne trentine.
Si tratta di un percorso sviluppato nello spazio e nel tempo, dal 1750 alla stretta attualità, condotto attraverso una sequenza di suggestive immagini d'epoca e disegni riguardanti i rifugi alpini, affiancate da recenti foto a colori d'autore, riprodotte in grande formato. Il visitatore è guidato in un viaggio storico tra architettura, cultura e ambiente.

Una seconda mostra presenterà il concorso bandito nella Provincia di Bolzano nel 2012 per la ristrutturazione dei 3 rifugi: Ponte di Ghiaccio, Vittorio Veneto al Sasso nero e Pio XII. I tre rifugi andavano ricostruiti utilizzando dei prefabbricati, preferibilmente in legno, con bassi costi di manutenzione e autonomia energetica. La mostra espone i 24 progetti eseguiti per il concorso, presentati da 8 studi professionali per ciascun rifugio. "Le proposte dimostrano che il malinteso riferimento tipologico alla baita, chalet o alberghetto di montagna è (quasi) definitivamente saltato – spiega Luca Gibello, presidente di Cantieri d'Alta Quota Onlus -. Ci troviamo di fronte a una pluralità di ricerche in varie direzioni, sebbene alcune improbabili per il loro scarso "senso della realtà": non va infatti dimenticato che il rifugio resterà sempre una costruzione in ambiente estremo nel cui cantiere risulta fondamentale ottimizzare (riducendo al minimo) risorse, tempi, tecnologie, spazi".

La terza mostra, intitolata "Abitare minimo nelle Alpi", mette in esposizione i progetti prodotti per il concorso internazionale di idee bandito nel 2012 in Val Camonica, per "la progettazione di una cellula minima, autonoma, reversibile, dedicata al ricovero temporaneo, da collocarsi lungo un sentiero in quota in area alpina". Sono stati 191 i gruppi di architetti, ingegneri e designer under 40 che si sono sfidati nella progettazione di bivacchi, strutture di ospitalità in alta quota, semplici e funzionali. I progetti - che hanno le caratteristiche di Existenzminimum (il volume massimo consentito era di 40 metri cubi), costruzione economica che richiede minima manutenzione, inserimento ambientale e autosufficienza energetica – mette in mostra bivacchi che sono luoghi fisici e mentali, rifugi temporanei e nicchie di conforto, forme di pensiero che possono indurre a comportamenti consapevoli.
Si tratta della più completa esposizione fin qui realizzata dedicata al tema dell'edilizia in quota, e sarà capace di regalare al visitatore una precisa visione dello stato dell'arte al momento attuale.

Le esposizioni saranno inaugurate giovedì 21 marzo, alle 18, da una conferenza introduttiva di Luca Gibello, dell'associazione Cantieri d'Alta Quota, sulla storia dei rifugi.
L'entrata è libera dalle 9 alle 20 dal 21 marzo al 28 marzo.

Info: Accademia della Montagna del Trentino. www.accademiamontagna.tn.it

Allegati: Locandine convegno e mostre -