Lunedì, 02 Marzo 2015 - 02:00 Comunicato 484

Stamani presso la Sala Belli del palazzo della Provincia
RETI DI ALLEANZE, SOLIDARIETÀ E PROTAGONISMO DELLE FAMIGLIE PER ALIMENTARE IL WELFARE SUSSIDIARIO

La poliedrica rete di alleanze familiari composta dall'associazionismo, l'auto-organizzazione delle famiglie, le alleanze locali e le consulte familiari era ampiamente rappresentata. Il convegno "Welfare sussidiario", tenutosi questa mattina presso il palazzo della Provincia a Trento, ha avuto come mission quella di indagare il tema del welfare di comunità e il contributo che stanno dando per la sua crescita e sviluppo gli stakeholders territoriali. Il tema è stato esaminato attraverso le testimonianze di vari soggetti pubblici e privati attivi sul fronte del welfare sussidiario, provenienti dalle province di Trento, di Bolzano e dal Land Brandeburgo.-

"Oggi è un'occasione preziosa - ha detto in apertura il dirigente provinciale dell'Agenzia per la famiglia Luciano Malfer - per unire ed intrecciare in rete diverse esperienze di welfare sussidiario sul territorio provinciale ed extra provinciale. Il welfare oggi - ha aggiunto - si declina secondo diverse sfumature tipologiche: non si esaurisce in quello "sociale", che tutti conoscono, ma persiste e sta crescendo sul territorio anche il secondo welfare, il welfare aziendale (che esula dalla conciliazione vita-lavoro, ma interessa un sistema integrato e dialettico di vita in azienda e vita personale), il welfare di comunità, il welfare/well being e il welfare familiare. E in tutti questi – ha detto Malfer – si sta introducendo il welfare mix che stimola partnership tra pubblico e privato foriere di servizi efficienti e di potenziamento del sistema economico sul territorio. Le criticità persistono, soprattutto in questo momento di crisi economica, e la denatalità è indubbiamente il primo indicatore (in Trentino la media è di 1,6 figli contro i 2,1 di Francia e Paesi Scandinavi): c'è dunque tanto da fare – ha concluso – e per colmare questo gap occorrono politiche bottom up, partendo dal basso, dalle famiglie e investendo su di loro per la crescita della società e dell'economia".
Presenti tra le istituzioni anche il neo presidente della Consulta provinciale per la famiglia Giovanni Manenti che, essendosi da poco insediatosi, sta portando avanti un'operazione ascolto del territorio al fine di acquisire esempi virtuosi e definire i prossimi indirizzi da intraprendere in Provincia. La presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Trentino Silvia Peraro Guandalini ha invece ricordato come "questo evento sia una preziosa opportunità per far crescere il senso civico e diffonderlo sul territorio, stringere alleanze fra soggetti che lavorano nel settore al fine di far crescere una comunità solidale e attenta al tema del welfare. Al primo posto - ha proseguito - deve comunque permanere il valore della famiglia, al di là di stereotipi e pregiudizi, e per costruire sussidiarietà orizzontale, essa deve poggiarsi su 3 cardini: coerenza, concretezza e progettualità lungimirante."
La responsabile del Servizio provinciale Politiche sociali Ileana Olivo è intervenuta al posto del dirigente del Dipartimento Salute e Solidarietà sociale Silvio Fedrigotti: "la mia relazione non vuole fare focus sul ruolo dell'amministrazione pubblica nelle politiche sociali, ma sulla necessità dell'Ente di ricollocarsi e riposizionarsi in tal senso delegando, per quanto possibile, la rete di servizi e interventi sul territorio al sistema delle famiglie. Porto un esempio concreto che è emblematico di questa trasformazione in corso, è quella dell'USL 8 di Belluno che ha supportato la costituzione in ogni Comune di reti di famiglie "forti" (o anche conosciute come "famiglie accoglienti") in soccorso a famiglie "deboli" (es. accoglienza minori, sostegno nella gestione vita-lavoro, affiancamento agli operatori sociali, ecc.). Un esempio massimo di sussidiarietà che potrebbe essere mutuato anche nel nostro territorio e - ha aggiunto – si tratta di interventi sul campo dove tutti sono "pari" (e questo deve valere anche per la P.A.)". Infine ha tratteggiato sommariamente il progetto del Distretto dell'economia solidale.
La professoressa delle Scuole Crispi, Stella Bozzarelli e Laura Pedrotti, referenti del progetto "Trento, una città per educare", hanno portato testimonianza delle varie iniziative di cui il loro istituto si è fatto promotore – tra cui il "Progetto tutto pace" – e l'ultimo che è quello di costituire il Distretto famiglia della città di Trento. Ha preso poi la parola Roberta Lochi della Uisp Trentino che ha presentato il Servizio di conciliazione famiglia lavoro attuato presso le Scuole Sanzio di Trento. Cristina Violi del Gruppo Famiglie Valsugana e Francesca Parolari dell'Asif Chimelli, hanno presentato i Servizi auto-organizzati per le famiglie di Pergine Valsugana che hanno preso il via nel 2012. "Tutti progettati "dal basso" – ci tengono a dire fin dall'inizio – e forse consiste in questo il loro successo. "Le attività che promuoviamo intervengono innanzitutto sul tema della genitorialità (supportati anche dal volontariato che copre il 20% del personale), che si traduce nell'offerta alle famiglie, dietro il pagamento di una tessera annuale di 23 euro, in: laboratori creativi per i bambini 0-6 anni, ludoteca, Punto incontro, spazio genitori, consulenza psicologica e legale. Ad oggi – hanno proseguito – sono 300 le famiglie socie con oltre 900 persone iscritte".
Jessika Huebner, referente delle Alleanze per la famiglia di Perlberg e Wittenberge – Land Brandeburgo (D) - ha tratteggiato il ruolo delle alleanze per la famiglia a Wittenberge che hanno visto i primi passi nel 1998 per poi intraprendere un corso più definito e riconosciuto dalle istituzioni nel 2009. "Si tratta di circa 28 soci fondatori, rappresentati da enti ecclesiastici, associazioni, scuole, fondazioni sportive, partiti politici, chiamati a lavorare in stretta sinergia sui temi caldi della società per offrire: consulenze su maternità, conflitti familiari, assistenza disabili ed anziani, consulenza lavoro, integrazione delle famiglie disagiate e degli immigrati nella comunità, assistenza e cura dell'infanzia. Anche questo sistema è partito dal basso e su base volontaria e, ad oggi, grazie alla costituzione di vari Gruppi di lavoro, l'Alleanza per la famiglia è in grado di offrire alla comunità: feste per le famiglie, eventi "sport e famiglie", feste natalizie, Marcia per la pace e la tolleranza, accoglienza per 1 settimana all'anno di bambini provenienti da Chernobyl, oltre a servizi di consulenza, ascolto e sostegno alle famiglie in difficoltà."
Rosanna Bolognani, referente istituzionale e Stefania Campestrini referente tecnico del Distretto famiglia Valle dei Laghi, hanno illustrato il ruolo della Consulta famiglia come progetto strategico del Distretto Famiglia Valle dei Laghi. "La Consulta famiglia intende prioritariamente mettere al centro la famiglia e non limitarla a mero fruitore di servizi, ma a soggetto che interviene fattivamente sul territorio ed è regista delle politiche territoriali. Per fare ciò si è puntato fin dall'inizio alla collaborazione tra istituzioni e alleanze familiari, al fine di ottimizzare i servizi offerti di tipo culturale, economico, ricreativo, turistico a nuclei familiari autoctoni e ospiti. Per acquisire le necessità delle famiglie abbiamo interrogato il territorio con il coinvolgimento delle varie tipologie di famiglie: famiglie numerose, adottive, miste e straniere, monogenitoriali, di nuovi residenti, giovani e con soggetti disabili. La novità è il progetto della Consulta dei nonni di prossima attuazione e i viaggi studio con gemellaggi presso le famiglie."
Presente anche Sonia Capponi della Consulta dei genitori dell'Istituto comprensivo Val Rendena, che ha presentato il tema delle consulte scolastiche nei Distretti famiglia e Christa Ladurner del Forum Prevenzione Alto Adige che ha portato uno spaccato della realtà altoatesina: "L'Alleanza famiglia è composta da un eterogeneo panorama di Enti di settore: dalle Acli alla Consulta genitori, dal Consultorio familiare alle famiglie numerose, rappresentative di uno spettro ampio di ciò che è oggi la società. Le criticità in Alto Adige sono l'invecchiamento della popolazione che ha portato negli anni – ha dichiarato – ad una maggior attenzione ai servizi per anziani che per le famiglie. Il trend sociale vede matrimoni e maternità sempre più tardive, aumento dei divorzi e nascite extra matrimoniali. Quale futuro dunque per la famiglia? Tra i desideri delle mamme vi sarebbe una copertura della maternità fino ai 3 anni, uguale part time padri e madri, più servizi per la prima infanzia."
Ha chiuso la sessione di relazioni l'assessora provinciale alla Salute e Solidarietà Sociale Donata Borgonovo Re che ha precisato che vi sono 3 termini sui quali deve poggiare la crescita della comunità: alleanza, solidarietà, protagonismo. "Alleanza che – a differenza del concetto di "rete" – include concetti di condivisione, collaborazione, coesione e unione. Alleanza come raggruppamento di competenze e soggetti in un disegno comune. La sfida oggi è che le relazioni o alleanze divengano generative: le alleanze cioè devono contribuire alla crescita della comunità, al rafforzamento delle relazioni per far emergere tutto il "buono" che anche le persone fragili possiedono. Un'altra sfida – ha proseguito – è di dare risposte alla pluralità della società e al rispetto e accoglienza delle differenze. La solidarietà – secondo termine strategico – se alimentata, contribuirà a far superare ogni difficoltà economica e sociale, e infine il protagonismo delle famiglie: le sfide si conquistano – e le testimonianze di oggi lo hanno confermato – partendo dal basso e coinvolgendo sempre le famiglie e la società tutta per garantirle un futuro e benessere sociale ed economico al territorio trentino".
(an) -



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