"Lo strumento è nuovo - sottolinea l'assessore Rossi -, e ci ha collocati fra le realtà europee più all'avanguardia in questo campo. E' ovvio che il suo obiettivo è salvaguardare l'individuo, la famiglia ma anche la società, perché non c'è non c'è nulla che abbia la capacità di disgregare la coesione sociale come la perdita del lavoro. Il reddito di garanzia dunque non deve essere visto come una misura limitata alla tutela del singolo o del singolo nucleo familiare, ma anche della comunità, che se non riesce a prevenire certi fenomeni paga poi molto di più per curare ciò che essi producono in termini di disagio, disgregazione, emarginazione. Certamente, essendo appunto nuovo, il meccanismo necessita di un costante controllo nel corso della sua applicazione e di eventuali aggiustamenti. Di qui il senso dell'emendamento introdotto, che punta a non escludere da questa misura casistiche di lavoratori finora effettivamente penalizzate come i professionisti in possesso di partita Iva ma al tempo stesso a ridurre il cumulo di diversi trattamenti. Gli obiettivi ultimi sono da un lato garantite l'equità dei trattamenti e dall'altro evitare che uno strumento importante come il reddito di garanzia si trasformi in una misura meramente assistenzialistica."
Vediamo anche alcune cifre. A novembre 2012 sono 3292 i nuclei familiari che percepiscono il beneficio. Attorno a queste cifre sono circolate in questi giorni - come sottolineato ancora dall'assessore Rossi - notizie non precise. "Per questo motivo credo valga la pena precisare - spiega - che i nuclei i quali hanno percepito, cumulando il reddito di garanzia e l'assegno regionale al nucleo familiare, più di 1500 euro al mese sono 56, pari all'1,7% del totale. Di questo gruppo 15 nuclei sono caratterizzati dalla presenza al loro interno di invalidi. In ogni caso la stragrande maggioranza presenta al proprio interno almeno 3 figli di età minore. E' stata introdotta d'altra parte un'apposita normativa che consente alla Giunta provinciale di fissare un limite massimo dell'entità del sussidio nel caso in cui il beneficiario abbia diritto ad altre misure socioassistenziali, per evitare, come dicevamo, un cumulo improprio dei trattamenti."
Per Rossi infine "non si vuole fare distinzione fra cittadini italiani e stranieri purché venga mantenuto il requisito della residenza in Trentino per almeno tre anni."
All: audiointervista ass. Ugo Rossi.
-